Dott.ssa Eva Lucchesi Tagliabue

Dott.ssa Eva Lucchesi Tagliabue

psicoterapeuta, consulente tecnico di parte, consulente stalking, mediatore

Sto con un compagno che fa uso di cocaina

salve...attualmente sto con un compagno che fa uso di cocaina ormai dall eta di 20 anni. ad oggi ne ha 42. la dove non utilizza quella dorga beve a dismisura e fuma spinelli. in tutti questi mesi sono riuscita a farmi raccontare tutto ,la mia impressione e' che ha frustrazioni interne dolori mancanza di autostima ,lui soffre molto poiche si rende conto di tutto cio che gli ha tolto questo suo stile di vita e le dipendenze di cui fa uso. vorrebbe riniziare una seconda vita e cosi mi ha chiesto aiuto. nel mio piccolo mi sono informata e le possibilita' ad oggi sono due: rivolgersi al s.e.r.t di zona e richiedere un percorso di terapia territoriale con colloqui individuali o di gruppo e controlli di esami per verificarne l inuso. ( gia anni fa , a quanto mi e' stato detto haveva provato ma con nessun risultato dopo due mesi, fece l agopuntura e qualche colloquio con psicologo) smise di andare... la seconda possibilita e' fare un trattamento breve di disintossicazione in un ospedale di verona ( li usano il NALOXONE e altre medicine di provenienza inglese)ed in contemporanea appoggiarsi ad uno psicologo-spicoterapeuta che usi un trattamento cognitivo comportamentale delle dipendenze.qual e' il vostro parere?inoltre vi chiedo se esiste un comportamento adeguato da adottare con lui. lui e' un uomo chiuso che fugge fronte ai problemi, sofre internamente in silenzio. ad oggi ha un comportamento infantile ,insensibile e al quanto egoistico.. dettato forse da cio che il suo stile di vita gli ha tolto, e forse anche da coloro che l hanno circondato facendoglio solo morali e dando giudizi senza mai realmente ascoltando la sua persona paure e debolezze. cosa mi consigliate? al di la se la nostra storia funzionera' o meno io vedo in lui un anima che merita essere aiutato. certa di una benevole risposta un sorriso per voi . grazie
Gent. Sonia, la sua lettera esprime le difficoltà che vivono i congiunti e/o i partner di persone che fanno uso di sostanze stupefacenti, soprattutto da molto tempo. Da ciò che racconta, sembra che il suo compagno, abbia iniziato percorsi di recupero, interrotti dopo breve tempo. Il suo compagno ha chiesto aiuto a lei, quindi ha delegato a lei la ricerca di strumenti e la motivazione a "cambiare" la propria vita. Purtroppo, ciò è tipico in un tossicodipendente. Potrà sembrarle "duro o poco benevolo" ma nei casi di tossicodipendenza è indispensabile la piena assunzione di responsabilità del proprio stato, da parte della persona che soffre di questo disturbo. Responsabilità, che prelude alla motivazione a cambiare, cioè a trovare strumenti, risorse, diversi dalle sostanze, per affrontare l'angoscia di vivere. E' un percorso esclusivamente personale, le persone vicine, possono sostenere e/o rinforzare la volontà di cambiamento del tossicodipendente, ma non possono sostituirsi a lui. Per esempio, la ricerca della strada "giusta" da percorrere, dopo 20 anni di tossicodipendenza, doveva essere fatta dal suo compagno e non da lei!Quello che posso dirle è di fare molta attenzione a non sostituirsi, nè ad accogliere e fare propri, bisogni e responsabilità che non possono che essere individuali. Concretamente la ricerca di centri, comunità, terapeuti, farmaci per la disintossicazione, etc., deve essere fatta dal suo compagno, viceversa c'è il rischio che tutti gli sforzi che lei fa per "trovargli la strada giusta" siano inutili e non funzionali al problema. Cordiali saluti.