Dott. Massimo Bedetti

Dott. Massimo Bedetti

psicologo, psicoterapeuta cognitivo costruttivista

Sono diventata una persona violenta

Salve, sono Sara e avrei bisogno di una mano d'aiuto, un consiglio, insomma ho bisogno di un parere circa la mia situazione. So che può sembrare una scusa ma così non è. Tutto inizia quando io ho 13 anni, a quell'età succede qualcosa nella mia famiglia che oggi mi porta a chiedere una mano. per motivi di gelosia a volte futili e banali i miei genitori hanno iniziato a litigare e da quando avevo 13 anni la mia testa è stata bombardata di parolacce, spintoni, schiaffi... fino a quando, raggiunti i miei 18 anni, i miei genitori hanno deciso di divorziare. Speravo tutto fosse finito invece è stato appena l'inizio del mio essere diventata una persona che detesto. Sono diventata una persona violenta io stessa, sia verbalmente che con i gesti e non sopporto più tutto questo, non sopporto l'idea di poter fare del male io stessa alle persone che mi stanno vicino.. sono scontrosa, irascibile, mi dicono che divento assoluta nelle discussioni... Da quasi due anni sto con un uomo che adoro, che davvero ritengo sia quello giusto per me ma a lui ho fatto male con il mio carattere e a lui ho dato non una, non due ma tre volte uno schiaffo. le prime due volte ho provato a fare ammenda dei miei errori e grazie al rapporto molto forte che abbiamo piano piano eravamo riusciti a cucire le ferite ma adesso è arrivato il terzo schiaffo e lui è andato via da me, non posso accettarlo! capisco perfettamente le sue ragioni ma io so quanto lo amo e so che con coscienza non gli farei mai del male. Voglio risolvere una volta per tutte, questo mio aspetto non può e non deve andare avanti neanche un altro secondo. ho bisogno di capire che fare e come iniziare a cambiare prima di tutto per me e sicuramente per il mio rapporto con lui. certa di una vostra risposta vi ringrazio anticipatamente.

Buongiorno Sara, la sua situazione è molto spiacevole e deve causarle una notevole sofferenza. Da ciò che ci ha esposto, a me sembra di poter ipotizzare che lei non abbia potuto sviluppare una modalità di comunicazione diversa da quella aggressiva (verbale e fisica). Sembra che il suo sistema emotivo sia rimasto ad un'unica strategia (che di per sè non è nè negativa nè positiva) relazionale che può funzionare solo in alcuni casi; in altri contesti, invece, potrebbero essere necessarie altre modalità che a lei sono ancora sconosciute. Arrivando, dunque, al paradosso per cui è violenta con la persona cui tiene di più. Le domande da esplorare sono dunque: come mi fa sentire, questa persona, quando ho gli attacchi di ira? Come mi sento appena dopo li ho "comunicati"? Che effetto mi fa la reazione di quest'uomo alle mie modalità? A cosa mi serve la rabbia? Quale vantaggio ne traggo? (non la pensi solo in termini di sofferenza personale, ma anche in termini di sopravvivenza del suo sistema emotivo-cognitivo). Credo che (almeno stando solo alle cose dette), per sviluppo evolutivo, il suo nucleo abbia potuto evidenziare solo una emozione, in modo abbastanza chiaro (credo infatti che, rispetto alla rabbia, lei conosca tutte le sfumature ed intensità di questa emozione, sia attiva che passiva); tra l'altro, in genere, la rabbia è proprio una di quelle emozioni che allontana la "figura di attaccamento" o emotivamente significativa. Attraverso una terapia, dunque, sarebbe utile capire come mai il suo sistema si sia irrigidito tanto da utilizzare sempre la stessa emozione (oltre al fatto che conosce solo quella, ma anche come mai gli sia convenuto evolutivamente) e provare a far emergere anche altre emozioni (presenti ma non evidenziate mai abbastanza nel tempo) che la rendano più complessa e capace di esperire la realtà e le relazioni con maggiori gradi di libertà, ovvero una migliore flessibilità di risposta.

Buona fortuna.