Dott.ssa Mirella Caruso

Dott.ssa Mirella Caruso

psicologo, psicoterapeuta.

Sono cresciuta troppo in fretta

Salve a tutti.Mi ritengo una ragazza molto estroversa,solare ed empatica ma tutte queste qualità sono sempre state accompagnate da periodi di depressione,nervosismo e aggressività verbale senza una precisa ragione verso le persone con cui mi relazionavo.Inoltre la mia poca voglia di coltivare amicizie è stato il fattore scatenante di una vita di solitudine e perenni pensieri suicidi.Questa svogliatezza mi ha portato ad avere come sola ancora la figura del fidanzato:devo dire che ciò ha aiutato notevolmente la mia asocialità, ma si sa i fidanzati vanno e vengono.Ora sono attualmente fidanzata ma più passa il tempo più mi accorgo di aver bisogno di una figura in più nella mia vita,in parole povere non posso uscire e dipendere da una persona sola!Così ho cercato più che altro di elemosinare qualche uscita con qualche amica,ho cercato di inserirmi in qualche gruppo ma preferivo e dedicavo più tempo al fidanzato.Non cerco affetto o qualcuno che mi capisca,ma qualcuno di diverso con cui uscire e occupare le mie giornate.Ma perché non ho voglia di coltivare le amicizie se questa solitudine è la causa delle mie frustrazioni?è frustrante svegliarsi la mattina e non avere niente da fare,nessuno con cui uscire e occupare le giornate di sole a innervosirsi e intristirsi,aspettando di uscire con il fidanzato!Credo che questi miei 'disturbi'(se così li possiamo chiamare) abbiano radici più profonde:a mio parere son cresciuta troppo in fretta e di questo me ne sono accorta osservando gli atteggiamenti dei miei coetanei:odio la tipica immaturità adolescenziale,il distruggersi di alcool,concedersi ad uno sconosciuto senza nemmeno conoscerlo,decidere e agire senza pensare..Forse è proprio questo il problema,non trovo nessuno della mia età che si comporti più seriamente.Oltre ciò,durante i 3 anni delle medie,ho subito violenze di natura fisica e psicologica da un mio compagno di classe ogni giorno,tutti i giorni:era il mio primo amore e scambiavo queste violenze per un semplice scherzo.Con il passare del tempo però son cresciuta e ho capito che questa esperienza ha segnato profondamente la mia vita:un'adolescenza di rabbia incontrollata,di voglia di comprendere gli altri e di dare spiegazioni plausibili ai propri comportamenti,un'adolescenza di pianti e singhiozzi,di nervosismo,di una personalità fatta di contraddizioni,di scarsissima autostima che mi ha portato a pensare al suicidio ogni minuto,non avendo ragioni di vita..Vi ho raccontato un pezzo di quel che è stato della mia vita fino ad'ora,voi che ne pensate?

Gentile Sara, la sua situazione raccontata con grande dolore, meriterebbe un’indagine più approfondita, visto anche la presenza di forti emozioni contrastanti. Lei racconta di convogliare tutte le proprie energie e aspirazioni in un unico rapporto, quello col suo fidanzato. La sua àncora di salvezza, da cui dipende e che attende durante la giornata, rifuggendo dal mondo. Ne dipende e vorrebbe non –dipendere, cercando una socialità che le sfugge. Se i ragazzi della sua età sono tutti irresponsabili e tendenzialmente bordeline, lei potrà solo trovare rifugio in quell’unico rapporto, dove poter aspettarsi e investire ogni bene. Che questa relazione, insieme a quelle passate, non le serva  a cercare di dimenticare quell’iniziale traumatica? Da persona estroversa, solare ed empatica, dopo un po’ questa relazione le sta troppa stretta, e torna verso il mondo per recuperare la socialità. Nel mondo sociale, trova il vuoto. Vede Sara il circolo di sofferenza che si è creato. Credo che sia opportuno ricorrere a un collega che possa aiutare a spezzarlo. La Saluto.