Dott.ssa Michela Querci

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Dott.ssa Michela Querci

Psicologa, Psicoterapeuta

Fratello con depressione

Buonasera a tutti, mi chiamo Simone e sono uno studente di 24 anni. Da diversi anni i rapporti con mio fratello sono venuti meno, questo per diverse ragioni. Mio fratello soffre di depressione da oramai 10 anni, non ha mai avuto intenzione di curarsi ne tanto meno affrontare il suo problema. Se si parla di psicologi si innervosisce e smette di parlare. Oramai da diversi anni, da quando me ne sono andato all'università, abbiamo completamente smesso di parlarci se non fugaci chiacchierate di 1 minuto massimo in cui non c'era dialogo ma solo un mio monologo. Questo è sicuramente una mia colpa: ho sempre sofferto per la condizione di mio fratello ma non sono mai stato in grado di aiutarlo ne tantomeno accettarlo. Quindi non mi sono mai impegnato, neanche nel fargli una telefonata ogni tanto, perché il solo pensiero di dover fare quella semplice telefonata mi distrugge. Ho iniziato, da chissà quanto ormai, ad evitare tutto questo, occupandomi solo ed esclusivamente di me stesso. Ad oggi però, sono in procinto di tornare a casa, avendo concluso l'università, e mi rendo conto di non voler affrontare di nuovo questa situazione e di non aver fatto assolutamente nulla per aiutare mio fratello in una fase molto dura della sua vita e ciò mi fa sentire molto in colpa. I miei genitori purtroppo non sono neanche loro d'aiuto e non hanno mai affrontato la situazione. Fino ad ora sono scappato, adesso che non ho più la possibilità di scappare, vorrei veramente cercare di mettere a posto le cose ma non mi sento di disporre degli strumenti opportuni. Come posso aiutare un ragazzo depresso? Come posso essere un fratello migliore, dopo anni di mancanza totale, affettiva e fisica?

Salve Simone,

leggendo le sue righe salta inevitabilmente all’occhio il suo comprensibile senso di responsabilità per la situazione di suo fratello così come il senso di colpa per le difese che ha avuto necessità di utilizzare. Mi sento di dirle per prima cosa di perdonarsi: quando ha deciso di studiare fuori probabilmente ha avuto l’avallo dei suoi genitori e si è fatto carico di essere il figlio che li realizza a fronte dell’altro che soffre. Probabilmente anche lei sta pagando o ha pagato il suo scotto personale, anche se questo è inevitabilmente ricaduto nella relazione con suo fratello.

Ora che sta per tornare a casa mi permetto di suggerirle di allargare il suo campo visivo e soprattutto ridistribuire le responsabilità, ciò che lei ha fatto e sta facendo è assolutamente normale nel processo di crescita e affermazione personale, non deve sentirsi sbagliato per questo, semmai può stimolare una riflessione dei suoi genitori e di suo fratello sulla possibilità di intraprendere un cammino che abbia questo obiettivo anche per lui. Non mi sentirei di escludere del tutto che in qualche maniera suo fratello pensi di dover proteggere i suoi da qualcosa stando lì con la sua depressione, magari potrebbero insieme cercare di capirlo o escludere questa possibilità.

Un caro saluto