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Dott.ssa Ada Caputo

Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

Dott.ssa Ada Caputo

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Dott.ssa Ada Caputo

Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

  • Afragola

SOS ragazzo di 22 anni

Carissimi, scrivo perché sono molto preoccupata per il mio fidanzato. La sua è una storia un po' travagliata, ha perso suo padre quando aveva 9 anni per un banale intervento di routine poiché durante lo svolgimento ha avuto un infarto (e c'è da dire che tutta la famiglia del papà è morta per problemi cardiaci) . Lui già da un anno ha manifestato paura di avere una forma ereditaria di questi disturbi, si è recato anche un paio di volte in ospedale per dolori al petto, ma tutti i controlli sono andati fortunatamente benissimo, ma questo terrore lo perseguita anche perché è in sovrappeso e non riesce a fare la dieta non perché è goloso, ma perché molto emotivo.
L'anno scorso abbiamo fatto un viaggio in aereo che ci ha cambiato la vita. Il viaggio è stato molto molto pauroso a causa di una bruttissima turbolenza durante la quale ha avuto un attacco di panico. Da quel momento gli attacchi di panico fanno parte della sua vita. Ha ansie che prima non aveva, adesso ha anche l'ansia di prendere un treno e paura quando ci viaggia, e la cosa peggiore è che la sua paura di morire per un problema cardiaco è aumentata costantemente nel tempo e credo stia diventando anche pericolosa per il corretto svolgimento della sua vita. Da un mese accusa dolori vicino al petto che aumentano quando fa uno sforzo (i controlli cardiaci sono perfetti) , ma lui li accusa . Ha attacchi di panico ogni sera perché crede che gli stia per venire un colpo perché sente questi dolori e a modo suo cerca di calmarsi distraendosi con il cellulare. Mi chiedo è possibile che un evento come una turbolenza abbia scatenato questo peggioramento? È possibile che i dolori che lui sente siano frutto del suo cervello? Aggiungo che non ha persone accanto a lui che lo tranquillizzano e lo aiutano, ha a che fare con membri della famiglia che gli danno più dispiaceri che affetto, lui è un ragazzo molto emotivo ed è molto solo e mi confessa che quando è con me sta meglio e me ne rendo conto perché quando siamo insieme riesce a dormire facilmente.
Però sono preoccupata e non so più come comportarmi ho cercato di aiutarlo, ma credo che abbia bisogno di un esperto.

Cara Carmen dopo tutti i vari controlli fatti manca l:ultimo step forse quello più utile ed efficace nel caso del tuo ragazzo, qualcosa di nuovo, un approccio diverso al suo malessere, ovvero un percorso terapeutico che lo sostenga e lo aiuti ad affrontare i nuclei profondi del suo disagio per poter tornare a vivere serenamente la sua quotidianità. Per rispondere alle tue domande specifiche invece, c'è da dire che esiste un processo psicofisico che si chiama  somatizzazione e hai detto bene la turbolenza è stata un vero e proprio evento scatenante che ha acuito la sua forte paura di morire

Ora sai cosa consigliargli , in bocca al lupo! 

domande e risposte

Dott.ssaAda Caputo

Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale - Napoli

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