Ho perso mia figlia

Buongiorno, ho perso mia figlia lo scorso anno, dopo una lunga malattia che è durata due anni. Due anni in cui abbiamo vissuto in simbiosi, alternando paura a speranze. Dopo qualche giorno dalla sua morte, mi sono affrettata a regalare molti suoi oggetti. Ho svuotato i suoi mobili e regalato i suoi vestiti. Temevo che col tempo il dolore sarebbe diventato più forte e avrei fatto della sua stanza un santuario. Da un lato credo di aver fatto bene, dall'altro ora soffro molto per aver gettato i bicchieri di una famosa caffetteria che c'è in tutto il mondo, con scritto su la città di dov'era stata e il suo nome (lei ci teneva moltissimo). E poi di aver svuotato un cassetto della sua scrivania, pieno zeppo di accendini, che lei aveva messo a posto nei primi tempi della malattia. Me lo aveva fatto vedere orgogliosa di aver fatto qualcosa nonostante il suo malessere. Io non mi so perdonare...

Signora Anna, mi dispiace enormemente per questa perdita, così innaturale quanto disarmante. Posso solo immaginare cosa possa significare dover accompagnare la propria figlia in questo percorso così doloroso ed alienante, che è quello di una malattia. Lei ha dimostrato molto coraggio nello scrivere questo messaggio, di aiuto e di ascolto. Parlare con uno specialista sono sicura che può aiutarla ad affrontare questo dolore, ed a trovare un pò di luce in questo buio profondo che sta vivendo ora. Ha bisogno di essere ascoltata e guidata nella scalata più difficile che la vita le ha messo davanti. Andare avanti nonostante questa perdita. 

Sono sicura che troverà giovamento nel parlarne e nel farsi ascoltare. E se vorrà io sono lieta di poterla aiutare.

Dott.ssa Cozzolino Alessandra

domande e risposte

Dott.ssaAlessandra Cozzolino

Psicologo - Napoli

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