insoddisfazione personale
Buongiorno, ringrazio anticipatamente per la risposta. Sono una donna adulta di 54 anni, sposata e con figli adolescenti. Riassumo in breve ciò che mi turba: pur avendo sempre lavorato in ruoli anche di responsabilità tendo dopo qualche anno a non essere soddisfatta di ciò che faccio e della figura che ricopro al lavoro. Ho gestito l'ufficio HR di un'azienda, impiego svolto per circa 20 anni, ho anche lavorato per 6 anni in un ufficio estero come manager commerciale, in seguito, grazie ad una laurea conseguita con fatica 5 anni fa, ho iniziato a lavorare nel sociale con orari piu "umani" e stipendio decisamente ridotto. Ne sono stata felice ma ora non mi basta più. Mi rendo conto che sono stata fortunata ad avere lavoro e addirittura l'opportunità di poterlo fare in contesti e mansioni differenti, resta il fatto che mi manca non avere realizzato il mio sogno di ragazza: diventare medico. Sono cresciuta in un contesto difficile e già prima del conseguimento del diploma ho iniziato a lavorare. Non so come uscirne, vivo male e sono sempre insoddisfatta.
Cara Lorena,
Ho letto con attenzione quanto condiviso con noi. Sicuramente ciò che emerge a prima acchito è un desiderio di non arrendersi, di continuare a perseguire un' ideologia. Questa forza, immagino, nel tempo, sarà stata una risorsa preziosa, che allo stesso tempo stimola in me una riflessione: quanta pressione a "dover essere" e a "dover fare" può nascondere?
Quando parla di insoddisfazione, soprattutto in relazione a un sogno non perseguito, immagino che dietro possa esserci innanzitutto un tentativo di riconoscere un bisogno. Ecco perché può utilizzare questo campanello non come qualcosa da cui fuggire o combattere, ma come qualcosa di cui servirsi.
In vista di questo suggerimento, resto a disposizione qualora volesse iniziare un percorso insieme o se avesse ulteriori dubbi.
Un saluto,
Dott.ssa Alessandra Pace