Genitori e il mondo di Internet: un bene o un male per i vostri figli?

Essere genitori è difficile. Essere genitori di un adolescente è un’impresa. Essere genitori di un adolescente nativo digitale, per un genitore che il digitale lo ha dovuto apprendere cammin facendo, è come completare un cruciverba con le istruzioni in aramaico.
Ma è proprio così?
Sono davvero così incomprensibili gli adolescenti di oggi, trincerati dietro gli schermi luminosi di smartphone e computer che sembrano trasportarli altrove?
Proviamo ad analizzare un pochino il fenomeno.
È chiaro che l’avvento di internet ha rivoluzionato la modalità di relazionarsi, spazzando via le categorie di Spazio e Tempo, che il buon vecchio Kant aveva così ben definito: oggi le distanze si eliminano con un clic e il tempo si appiana grazie alla connessione wi-fi.
Va da sé che diventa sempre più semplice e veloce comunicare con l’altro e intessere relazioni.


Una delle grandi paure dei genitori è che questa facilità di creare relazioni virtuali esponga i propri figli a qualche malintenzionato. Purtroppo questa paura talvolta si rivela fondata, ma le ricerche dimostrano che la maggior parte delle relazioni che i ragazzi hanno in rete sono in realtà un’estensione di quelle reali (ad es. il gruppo whatsapp della classe o della compagnia); così la community mediatica è spesso speculare al gruppo dei pari e i ragazzi utilizzano il media come un prolungamento degli incontri fisici.


I media offrono inoltre la possibilità, per un adolescente che si sta costruendo con fatica una propria identità, di costituirsi come una sorta di “laboratorio”, proprio in virtù di anonimato e possibilità di definirsi e ridefinirsi, di sperimentarsi, in un momento in cui si fatica a riconoscere e padroneggiare un corpo in fase di cambiamento.
Ovviamente i ragazzi hanno necessità di essere sostenuti, accompagnati e guidati nell’utilizzo di queste risorse, quindi cerchiamo di capire cosa possono fare i genitori.

ESSERE CURIOSI
Abbandonare l’atteggiamento di chiusura e di pregiudizio nei confronti dello strumento mediatico a favore di una genuina curiosità, che porti il genitore ad essere “allievo” del figlio. Il consiglio è di non partire dal presupposto che i media siano inaccessibili, ma cercare di capire il loro funzionamento e mettersi in gioco, per poter utilizzare con i ragazzi un linguaggio condiviso.

NON AVERE PAURA
È fondamentale cambiare la prospettiva: internet e i media non sono demoni da sconfiggere, ma risorse da utilizzare in maniera consapevole, che fanno parte integrante della quotidianità.
Sarebbe infatti molto difficile eliminare qualcosa che è ormai diventato una consuetudine al punto tale che al giorno d’oggi non siamo più fruitori di internet ma, attraverso post, blog, contenuti condivisi, dei veri e propri creatori.

REGOLAMENTARE L’UTILIZZO
Tutto questo non significa cessare di essere genitori. Come figure educative è fondamentale condividere con i ragazzi limiti e regole che riguardano la qualità e la quantità dell’utilizzo dei nuovi media, ovvero cosa si può utilizzare e per quanto tempo; avendo ben chiaro che l’interlocutore adolescente tenderà ad infrangerle.
A tal proposito verrebbe da pensare che sia tutta fatica sprecata e forse ad una prima occhiata superficiale potrebbe davvero sembrare così. In realtà gli adolescenti, come tutti gli individui e forse di più, hanno bisogno di sentire che le regole ci sono, che i genitori si assumono il proprio ruolo normativo senza timore, solo così potranno tentare di infrangerle, realizzando l’obiettivo primario di separazione e costruzione della propria identità.

In conclusione, se essere genitori di un adolescente nativo digitale potrebbe sembrare un’impresa titanica, come risolvere un cruciverba con le istruzioni in aramaico, forse la soluzione non è quella di continuare a parlare in italiano, ma nemmeno quella di gettare la spugna... si potrebbe intanto cominciare a comprare un dizionario che consenta di tradurre suoni e segni incomprensibili in un linguaggio condiviso da entrambi gli interlocutori.

 

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