Dott. Alessio Scialanca

Dott. Alessio Scialanca

psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta

Come posso fare per mediare tra mia figlia e mio marito

Sono mamma di una adolescente di 14 anni che sta iniziando a dare i segni di ribellione. Lei è una ragazza molto aperta con me nel senso che mi racconta molte cose di se e di ciò che sta vivendo e per questo sono molto contenta, penso sia anche perchè io ho un comportamento con lei si autorevole ma anche un po amichevole. Ma i problemi non mancano perchè non tollero quando mi risponde in maniera maleducata e aggressiva. A volte per un niente arriviamo anche alle mani, nel senso che io perdo la pasienza e magari le mollo un ceffone ma lei si difende e magari mi tira dei calci e la situazione precipita perchè a quel punto interviene il padre e ovviamente la mette in castigo. Premetto che noi siamo una famiglia unita, tra marito e moglie ci vogliamo un mondo di bene, siamo sposati da 22 anni e siamo sempre più in sintonia. Però mentre a me passa abbastanza presto l'arrabiatura a lui le rimane per molto tempo e con lei ha un atteggiamento sempre più rigoroso. Vi faccio un esempio, dieci giorni fa mia figlia mi ha risposto male abbiamo litigato di brutto per "cosa mi metto?" "questo non mi piace" (una maglia comprata da poco e messa una sola volta), "quello non mi va", "con questo mi sento ridicola" ecc.ecc. Io mi arrabio perchè ha l'armadio pieno di vestiti scelti da lei e dopo che le ha messi una volta già non le piacciono più. Parlo molto con lei e le spiego che non abbiamo i soldi da buttare dalla finestra, e poi lei è una bella ragazza e tutto le sta bene!. Altro motivo di litiggio è quando la sento dire che è orribile! Ma vi pare che una madre deve sentire dire queste cose da una figlia tra l'altro molto carina: magra, alta, capelli scuri, occhi profondi e naso all'in su. E' una ragazza che ha personalità ma ultimamente ha dei problemi di accettazione di se perchè ha dei compagni a scuola che le dicono cose negative tutti i giorni. Piange quando le dicono che ha il naso grande e che è molto appiccicosa con le compagne solo perchè dimostra affetto abbracciandole spesso. Io le dico che non sono degne di lei che è così affettuosa ma lei insiste nel frequentarle. Nel rapporto con i genitori si lamenta perchè noi le proibiamo ancora di iscriversi a facebook perchè ci sembra un mondo pericoloso per una adolescente ma il problema è che tutte le sue coetanee lo fanno già e quindi lei si ribella dicendo che noi non abbiamo fiducia in lei nonostante le abbiamo spiegato che noi ci fidiamo di lei ma non del mondo che gira in torno ai social network. Poi inizia a chiedere di uscire la sera, dalle 9,30 alle 11,30 per andare in Piazza con le amiche. Qualche volta l'ho fatta andare, portandola io e andandola a riprendere ma suo padre non vuole. Anche a me un po disturba farla uscire di sera ma capisco anche che dal suo punto di vista vedersi proibire anche questo si sente meno degli altri, e quindi io acconsentirei ma mio marito è proprio deciso e non vuole. Ovviamente quando lui dice no io non posso dire di si altrimenti lei avrà una confusione in testa su qual'è la cosa giusta e qual'è la sbagliata visto che i suoi due punti di riferimento più importanti non concordano. Vorrei far capire a mio marito che durante il periodo della adolescenza qualche si va concesso altrimenti la nostra vita diventa un inferno e non si vive più serenamente perchè lei non accetta i "no" anche se motivati. Come posso fare per mediare tra mia figlia e mio marito? E poi io sbaglio nel mio comportamento? Aiutatemi per favore. Grazie Franca
Cara Franca, 14 anni è sicuramente uno dei momenti più complicati: ci si sente ancora piccoli ma allo stesso tempo le pressioni dell'ambiente ci spingono a crescere, a conquistare quote di autonomia; per questo motivo si può cercare una rottura con i genitori, per sentirsi "grandi", e contemporaneamente si investe molto sulle amicizie fuori casa. Insomma la situazione che descrive è abbastanza tipica, ma, da quanto scrive, ci sono delle cose che a mio avviso dovrebbero diventare oggetto di riflessione. Una prima riflessione è sui processi di negoziazione: una negoziazione prevede la scelta di una posizione e la rinuncia di tutte le altre? Si fa come dice il papà o come dice la figlia (esce fino alle 11:30 oppure non esce proprio)? C'è spazio per una terza ipotesi/possibilità? Le dico questo perché in una situazione a tre è facile che ci siano degli squilibri di potere (le famose triangolazioni) , per questo motivo è importante che si mettano a confronto i desideri e gli obiettivi di tutti, per fare in modo che nessuno abbia a rimetterci. Da quello che dice mi sembra di capire che rischia di funzionare da ago della bilancia, decretando la vittoria ora del figlio, ora del padre. Io le proporrei invece di mettere sul piatto anche il peso dei suoi desideri, prendendo consapevolezza piena di quali sono però. Come genitore in ansia per la crescita della figlia (che comporta sempre una separazione, anche se simbolica) rischia di essere troppo presente e accondiscendente, quindi cerchi di fare delle valutazioni tenendo presente questi aspetti, che spesso sono determinanti nelle scelte di un genitore. Spero di esserle stato in qualche modo d'aiuto. Un saluto