Dott.ssa Alexa Rao

Dott.ssa Alexa Rao

Psicologa, Neuropsicologa e Psicoterapeuta specializzanda

Mio figlio non mangia ne a casa ne al nido

Buongiorno, mio figlio di 2 anni è sempre stato molto difficile con il cibo e sono più le volte che fa “ capricci “ che quelle in cui mangia tranquillo. Da quando ha iniziato il nido la situazione è peggiorata. Si rifiuta di mangiare sia al nido che a casa. Al nido mangia un po’ di frutta e pane, a casa vuole solo pane, latte e frutta. Non so più come comportarmi con lui e anche io sono arrivata a livelli di stress notevoli. Con mio marito stiamo pensando di rivolgerci ad uno psicologo infantile. Il nostro pediatra prende la cosa molto passivamente, ci fa fare esami delle urine che sono puntualmente negativi e ci dice di fargli mangiare ciò che vuole e prima o poi tornerà a mangiare come prima ( che già mangiava poco e in modo selettivo ). L’umore in casa ne risente ad ogni suo rifiuto.

Buongiorno Serena,

Mi dispiace che lei stia vivendo un periodo così provante e sono lieta che abbia cercato un consulto con professionisti esperti.

In primo luogo, vorrei legittimare le sue sensazioni di stress e frustrazione e aiutarla a normalizzarle. È una situazione sicuramente complessa da gestire, quindi è legittimo che si senta così. Ciò non la rende una madre meno abile, anzi è proprio indicativo di quanto tiene al benessere di suo figlio e sia disposta ad aiutarlo a qualsiasi costo pur di nutrirlo in maniera più varia.

I bambini che a quell’età risultano schizzinosi, spesso sono semplicemente molto spaventati da tutto ciò che è per loro nuovo. La novità richiede capacità di gestione che suo figlio potrebbe non aver ancora padroneggiato. Anche gli adulti tendono a non fidarsi di ciò che è nuovo, rimanendo ancorati a determinate situazioni solo perché sono già conosciute. L’ignoto spaventa proprio perchè non è detto che sia piacevole, quindi è più comodo rifiutarlo a priori per non rimanerne eventualmente delusi.

Ci sono molti modi per rendere più appetibile il cibo ai bambini (per esempio, tagliarli in forme particolari o guarnirli con colori alimentari), che sono molto più attratti dall’aspetto piuttosto che dal sapore. Andrebbe monitorato l’andamento dell’atteggiamento di suo figlio, perchè rischia di cronicizzarsi e di non abituarsi fin da piccolo a determinati gusti (che potrebbero causare il rifiuto di molti nutrienti in età adulta). Sarebbe utile comprendere anche quando è nata questa preferenza e se ci sono eventuali motivazioni che ne spiegano l’origine e la mantengono nel presente.

In caso necessiti di una consulenza più approfondita, resto a sua disposizione e la invito a contattarmi tramite il mio sito.

Le auguro buona giornata,

Dott.ssa Alexa Rao

Psicologa e Neuropsicologa cognitivo-comportamentale

Studio di Psicologia Seregno (MB) e online