Dott.ssa Alexa Rao

Dott.ssa Alexa Rao

Psicologa, Neuropsicologa e Psicoterapeuta specializzanda

Ho venduto casa e mio figlio quasi 18enne non vuole trasferirsi con me

Buongiorno, ho una situazione complicata e non so come venirne fuori. Ho un figlio di quasi 18 anni che vive con me, ha sempre vissuto con me e gli ho sempre procurato io la casa in cui vivere, di mia proprietà. Il suo papà mi ha lasciata quando ero al nono mese di gravidanza, vivevamo insieme a casa sua, e sono tornata dai miei genitori, poi col tempo sono riuscita, con l'aiuto dei miei, a comperare un piccolo appartamento vicino a loro. Suo papà mi versa regolarmente un assegno di mantenimento e vede il ragazzo regolarmente. Viviamo in una città in cui la vita è molto costosa, mentre suo papà vive da solo in una casa di sua proprietà a circa 50 km di distanza. Un paio di anni fa ho deciso di vendere il mio piccolo bilocale e comperare un appartamento più grandino, in modo da dare a mio figlio che sta crescendo la sua privacy e il suo spazio. Con molta fatica ho aperto un mutuo ma purtroppo è stato un investimento sbagliato e dopo poco tempo ho venduto questo appartamento (firmato compromesso) per cercarne un altro, anche perchè mio figlio nel frattempo ha subito un incidente grave e, pur avendo totalmente ragione, non abbiamo ancora ricevuto il risarcimento delle spese effettuate. Nel mentre ho conosciuto un uomo, il mio attuale compagno, e mentre stavo cercando la nuova casa mi ha chiesto di andare a vivere da lui, con mio figlio. Io ne ho parlato con mio figlio, inizialmente è andato in crisi, perchè il mio compagno vive a circa 40 km da noi e per lui sarebbe un bel cambiamento, poi parlandone più volte e con calma mi ha chiesto di aspettare la sua maggiore età per avere la patente ed essere autonomo per la scuola e gli amici. Così ho fatto, ma ora ha cambiato idea nuovamente e a 5 mesi dal rogito di vendita (a giugno) lui dice che vuole restare dai nonni ( i miei genitori, che frequenta quotidianamente e che mi hanno aiutata a crescerlo). Io ora non ho una casa, perchè mi aspettavo di trasferirci entrambi e quindi non ho più cercato. Ora i tassi di interesse si sono alzati e, davvero, non posso più permettermi una casa come quella che ho adesso, nemmeno un affitto, perchè dove vivo è una città molto costosa. mio figlio mi dice che vuole restare lì, che la sua vita è lì, anche in futuro, e che se si trasferisse gli verrebbe la depressione. Oltretutto è stato bocciato e quindi gli mancherebbero due anni di scuola , quest'anno non si impegna e non va bene e rischia un'altra bocciatura, il che significherebbe che gli potrebbero mancare anche 3 anni al diploma. io mi sento malissimo, ho sempre fatto la mamma, solo e sempre la mamma, adesso che ho un compagno non riesco a staccarmi da mio figlio e ho il terrore di trasferirmi da sola, mi sento in colpa, e oltretutto i miei genitori hanno 81 anni entrambi (anche se si sono resi disponibilissimi a tenere il nipote con loro) e mi sento in colpa anche nei loro confronti che si trovano ancora una volta ad aiutarmi. Il mio compagno e mio figlio non hanno un gran rapporto, mio figlio è grande e il suo mondo sono gli amici, la fidanzatina, la scuola e le uscite, non gli importa molto del mio mondo, per il momento. Oltretutto il mio compagno non ha mai convissuto, quindi la mia preoccupazione è anche quella che, trasferendomi anche solo io, le cose non vadano nel migliore dei modi, anche se credo sia solo una paura "pensata" e non ha risvolti nella realtà, ma tra vedersi e convivere c'è una bella differenza. il papà non dice nulla a riguardo, io mi sento il peso di tutta la responsabilità addosso che sta diventando insostenibile, anche con l'avvicinarsi della data del rogito. ho cercato di capire cosa fare, ma la fretta non mi aiuta a capire in quale direzione andare. Mi hanno consigliato di trasferirmi io momentaneamente e vedere come va, capire intanto se tra noi la convivenza può andare bene e capire se davvero è la persona giusta e poi prendere una decisione con calma. ma il senso di colpa nei confronti di mio figlio e dei miei e il senso di responsabilità mi appesantiscono enormemente

Buongiorno Rossana,

Mi dispiace che stia passando un periodo così complesso e sono lieta che abbia cercato un consulto con professionisti esperti.

In primo luogo, vorrei legittimare le sue sensazioni di stress e frustrazione e aiutarla a normalizzarle. È una situazione sicuramente complicata da gestire, quindi è legittimo che si senta così. Ciò non la rende né una madre né una figlia meno attenta, anzi è proprio indicativo di quanto tenga al benessere e a rispettare i bisogni sia di suo figlio che dei suoi genitori.

Suo figlio è un adolescente, quindi sta vivendo un’età di grandi cambiamenti. Introdurgli una novità di così grande importanza come un trasferimento potrebbe acutizzare il suo senso di instabilità, già di per sé precario a causa della normalissima fase adolescenziale in cui si trova. È comprensibile che lei preferisca viverci insieme, ma forse suo figlio sta cercando di farle capire che in questo momento non si sente ancora pronto a fare questo passo. Potrebbe essere dunque il caso di permettergli di stare dove preferisce almeno temporaneamente e fargli frequentare maggiormente sia il suo compagno sia la nuova casa in cui vorrebbe che si trasferisse, prima saltuariamente e poi con maggior frequenza in modo incrementale. Così facendo prenderebbe gradualmente maggior confidenza con un ambiente che al momento gli risulta ostile e non si sentirebbe forzato a fare qualcosa contro la sua volontà, che risulterebbe deleterio per il nuovo equilibrio famigliare (che ancora non si è formato, dato che prima lei stessa dovrà abituarsi al trasferimento dal suo compagno).

Il trasferimento é comunque uno dei momenti più traumatici nella vita di una persona, perché fa perdere punti di riferimento noti senza la certezza di ritrovarli in futuro. È legittimo che suo figlio si senta spaesato e sia restio a seguirla, quindi potrebbe d’aiuto rivolgersi a un professionista che possa accompagnarvi in questo delicato periodo di transizione passo dopo passo. La terapia cognitivo-comportamentale presenta protocolli che potrebbero giovare alla sua situazione in tempi ragionevoli, poiché fornisce strategie pratiche subito spendibili nella vita quotidiana.
Resto a sua disposizione per qualsiasi eventualità e la invito a contattarmi tramite i recapiti che troverà sul mio sito in caso necessiti di ulteriori informazioni.

Le auguro buona giornata,

Dott.ssa Alexa Rao

Psicologa, Neuropsicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale specializzanda

Studio di Psicologia Seregno (MB) e online