Autostima azzerata

Buonasera,
anni fa ho conosciuto un ragazzo, da subito c'è stata attrazione, complicità e chimica. L'ho respinto plurime volte perché, sia a livello estetico, sia per il suo background culturale, non sembrava la persona adatta a me. Piano piano ha iniziato a "scavarmi" dentro e, alla fine, ho iniziato a provare qualcosa. Era tutto perfetto, c'erano grandi frasi, come: "sei la donna della mia vita" e continue attenzioni. Nel momento in cui io ho iniziato a manifestare ciò che provavo si è allontanato. Sono iniziati i tira e molla e da quando ero la donna perfetta, ha iniziato a sottolineare tutti i miei difetti: "forse dovresti fare due squat", "che polpacci che hai", " sei brutta struccata". E' stata una montagna russa, un tira e molla, "tra limbo e amore", come diceva lui. Ogni volta che tornava da me lo accoglievo, perché lo amavo e pensavo che tutto fosse diverso, invece nulla è cambiato. Siamo arrivati a scene di aggressività estrema, ci siamo gridati le peggiori cose dietro.. ma da questa storia ne sono uscita con le ossa rotte, e già la mia autostima che era molto bassa è arrivata sotto zero. Le sue continue offese hanno innescato meccanismi che mi hanno portata a perdere repentinamente peso, ad essere ossessionata dal mio aspetto fisico, a pensare in continuazione a come potessi apparire agli altri, e tutto ciò che riempiva il mio ego erano i continui complimenti delle persone che mi circondano. Sono consapevole di essere una ragazza che può piacere, ma c'è tanta insicurezza in me. Questa persona mi ha ferita, mi ha distrutta, ha scardinato tutte le mie certezze, ha trovato terreno fertile, mi ha manipolata e fatta cadere nel suo tranello. Che lui sia un narcisista, parola molto in voga, è indubbio. Vorrei capire però perché sono attratta da una persona del genere, forse c'è in me la stessa componente narcisistica, ed essendomi scontrata con una persona del genere, avrei voluto a tutti i costi che lui si innamorasse di me. Abbiamo innescato un meccanismo di "gioco di potere", dove io ne sono uscita "sconfitta", perché ho sempre ceduto, anche quando i suoi comportamenti non erano giustificabili. Ho paura che ci sia questa componente nella mia personalità e vorrei credere davvero in me stessa e non svalutarmi sempre, e soprattutto non permettere mai più a nessuno di farlo. Consigli? Vorrei andare in terapia, ma purtroppo non posso permettermelo economicamente, perché vivendo da sola ho troppe spese che molte volte riesco a stento ad ammortizzare.

Buongiorno Siano. La svalutazione messa in atto da figure rilevanti nella nostra vita è un’arma molto potente, che può però essere contrastata con un buon livello di autoconsapevolezza; nel suo caso un percorso volto a potenziare questo aspetto potrebbe garantirle la capacità di vedere ciò che di buono c’è in lei, valorizzandosi e trovando di conseguenza la forza di farsi valere nelle relazioni quando queste si rivelano potenzialmente distruttive come quella che lei descrive.
Un’alternativa temporanea alla terapia è rappresentata dai consultori, che erogano per un numero limitato di sedute un servizio gratuito di supporto al cittadino. Seppur non sostituiscano un percorso completo, a lungo termine, con uno psicoterapeuta, possono essere il primo passo per conoscersi meglio e individuare delle risorse che forse ora ignora di avere.
Nel frattempo, parlare della sua situazione con amici e famigliari, sebbene non sostituiscano l’intervento di un esperto, può essere un modo per limitare gli effetti negativi della svalutazione messa in atto dal ragazzo.
Se in futuro dovesse avere bisogno di un consulto più approfondito, mi rendo disponibile anche online.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.

domande e risposte

Dott.Alfonso Panella

Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare - Varese - Alessandria - Novara - Pavia - Piacenza - Genova - Milano

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