Dott. Andrea Napolitano

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Dott. Andrea Napolitano

psicologo, psicoterapeuta, ipnologo clinico

Mio figlio ha un carattere molto difficile e non relaziona con i compagni facilmente

Buongiorno, sono la mamma di un bambino di quasi 9 anni e che frequenta la terza elementare. Non ha nessun problema di apprendimento, solo nel comportamento. Ha un carattere molto difficile e non relaziona con i compagni facilmente. I primi due anni di scuola sono passati tranquillamente. Quest'anno è indescrivibile. Non passa giorno che le insegnanti non mi fermino fuori da scuola per raccontarmi cosa combina mio figlio: Si mette ad urlare in classe, piange se un compagno lo guarda perchè pensa lo stia prendendo in giro, si va a nascondere sotto il banco. Le insegnanti sono esasperate e pure io non so più che fare e pensare. Continuo a parlare con lui e chiedergli di dirmi se c'è qualcosa che non va o cosa gli passa per la testa. L'unica risposta che mi da è che i suoi compagni lo prendono in giro e a lui scatta la rabbia e si comporta così. All'inizio le insegnanti hanno cercato di comprendere e di aiutarlo e lo stesso i compagni, ma ora i compagni quasi non lo considerano più perchè non vedono in lui la voglia di cambiare e le insegnanti non riescono a capire cosa non va. Mi hanno detto apertamente di portarlo da un psicologo, ne ho parlato anche con la pediatra che mi ha consigliato la stessa cosa. Cosa devo fare.. Grazie
Gentile sig.ra Monica, quello che sembra essere più preoccupante nel comportamento di suo figlio non è tanto la mancanza di socievolezza con i compagni, per non dire la paura, quasi il terrore che sembra provare nei loro confronti; è piuttosto il fatto che, come sembra di desumere dalla sua lettera, questo atteggiamento è una novità: un bambino che per i primi due anni di scuola si è comportato “bene”, improvvisamente pare spaventato! In effetti, un bambino che urla se viene solo guardato, che si rifugia sotto il banco, sembra un bambino spaventato più che non arrabbiato, sembra un bambino che usa l’aggressività non perché sia un violento, ma perché sente di doversi difendere da qualcosa che teme. È a conoscenza di qualche piccolo trauma, di qualche spavento che suo figlio possa aver subìto? Ci sono stati cambiamenti importanti, in famiglia, nell’ultimo periodo? Se non le risulta nulla di tutto questo, se il comportamento di suo figlio perdura a seguire questi binari, e se suo figlio continua a dare risposte evasive quando lei gli chiede il motivo del suo atteggiamento, forse potrebbe essere davvero il caso di portarlo da uno psicologo dell’età evolutiva, che sappia trovare le risposte ai silenzi del suo piccolo, magari interpretando i suoi giochi e i suoi disegni (a proposito, se suo figlio disegna, ci sono stati cambiamenti magari proprio nei soggetti delle sue raffigurazioni? E il suo modo di giocare, quando è in casa, è diverso rispetto a qualche mese fa?). Cordiali saluti,
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