Dott. Angelo Lofino

Dott. Angelo Lofino

psicologo, psicoterapeuta, sessuologo

Dopo aver mangiato è come se non riuscissi a digerire

Buongiorno, ho 47 anni e i primi attacchi di panico li ho avuti all'età di 26 anni e per un lunghissimo periodo ho assunto del rivotril (dale 5 alle 15 gocce prima di dormire) poi 5 anni fà sono riuscito a smettere di assumere il rivotril e a parte l'insonnia è andato tutto abbastanza bene. Improvvisamente mi è capitato che subito dopo aver mangiato una mezza pizza in modo supersonico ha incominciato a battermi il cuore in modo molto veloce e avevo l'impressione di non aver abbastanza ossigeno ma si è aggiunta una cosa nuova è come se non riuscissi a digerire e con molta difficoltà nel ruttare, leggera nausea e totale inappetenza, il giorno dopo circa 19 ore dopo il fatto ho mangiato due fette biscottate con una fetta di prosciutto e mi è successa la stessa cosa ma in maniera più ridotta. Ho fatto per prima cosa una visita cardiologica visto che la pressione durante questi episodi è molto alta 110-170 il cardiologo mi ha assicurato che il cuore e a posto (normalmente la pressione minima è 75-85 e la massima 130-140)Il probblma è che devo mangiare micro porzioni di cibo e sono dimagrito quasi 8 chili nel giro di 2 mesi con forte inappetenza e comunque sempre con una gran tensione che è la classica degli attacchi di panico. Volevo sapere se ci pùò essere una connessione attacchi di panico e digestione cme nel mio caso specifico, grazie.

Spett.le utente, rispondendo alla sua domanda le vorrei confermare le diverse forme attraverso le quali si può manifestare l'attacco di panico e tra queste vi sono dei nessi con disturbi del tratto respiratorio e digerente, tra i quali nausea, inappetenza, sensazione di vomito, difficoltà a digerire, difficoltà respiratoria, sensazione di avere un nodo alla gola e difficoltà anche a deglutire o assumere cibo come nel suo caso. Questi sintomi hanno spesso un legame che occorre trovare e cercare di risolvere attraverso un percorso di psicoterapia. Lei ha parlato di altri attacchi che si sono manifestati sotto altre diverse forme negli anni passati, che sono stati ridotti attraverso l'assunzione di rivotril. L'utilizzo di farmaci nel suo caso è abbastanza frequente, lo è meno invece il supporto di psicoterapia associata. L'attacco di panico in questi anni è stato silente per poi risvegliarsi sotto altre diverse forme e sintomi che si sono verificati. Occorrerebbe in questo caso affrontare il disturbo attraverso una nuova prospettiva ,cioè quella psicologica per lavorare in modo concreto sullla causa vere del disturbo e non solo sul sintomo come penso abbia fatto lei nell'assumere medicinali. Quello che le consiglio è di rivolgersi ad un terapeuta magari con approccio cognitivo comportamentale per uscire definitamente da tale problema, dal suo vissuto disfunzionale che continua comunque a farla stare male. Dall'attacco di panico si può guarire. Io lavoro a Ravenna se non è un problema per lei spostarsi potrà contattarmi.