Dott.ssa Anna Fizzotti

Dott.ssa Anna Fizzotti

Psicologo, Psicoterapeuta

Mio figlio manifesta ansia prima di entrare a scuola

Buongiorno, mio figlio Luca, di 8 anni, frequenta la terza elementare. Fin dall'inizio dello scorso anno scolastico, ha manifestanto uno spiccato atteggiamento ansioso prima di entrare in classe e spesso piangeva (ora non più, ma si trattiene nel farlo). A scuola va bene, è molto attento in classe, ma spesso è disordinato nel trascrivere i compiti sul diario. La maestra ci riferisce che il bambino è bravo e sereno in classe. Preciso che mia moglie insegna nella stessa scuola. La nostra famiglia è molto unita e serena, infatti non riesco a capire per quale motivo manifesti questo stato ansioso. Luca ha una sorella più grande di lui di 5 anni ed ha un ottimo rapporto con lei e spesso giocano insieme(alcune volte, però, si deridono fra di loro). Spesso è agitato nel sonno e non riesce a dormire finchè non viene accolto nel letto dei genitori. Preciso che il primo anno di scuola dell'infanzia (aveva 2 anni e mezzo)lo accompagnavo io a scuola ed ogni volta che lo lasciavo all'insegnante, piangeva disperatamente. Inoltre, se non riesce subito nel fare le cose (anche ludiche) si butta giù e rinuncia all'impresa,denigrandosi.Nell'esprimere verbalmente i concetti noto spesso una certa afasìa. Vi ringrazio dell'attenzione. Alfredo
Caro Alfredo, la prima cosa che mi colpisce leggendo la sua lettera è l’intenso affetto, insieme all’attenzione e alla protezione, che lei manifesta nei confronti di suo figlio. Questo è molto bello e importante in un rapporto padre-figlio, e sicuramente permette al genitore di intervenire per aiutare il proprio bambino nelle difficoltà che può incontrare. Nello stesso tempo però c’è il rischio di essere troppo presenti, non permettendo al bambino di sperimentarsi, e a volte anche di trasmettere ansia al bambino. I ‘sintomi’ che manifesta suo figlio (difficoltà di distacco nell’entrare a scuola, difficoltà di addormentamento, pianto nel ‘non riuscire’ in ciò che fa, lieve afasia) sono in effetti indice di insicurezza e di ansia. Le consiglio quindi di confrontarsi con altri che conoscono bene il bambino (moglie e insegnanti) per avere un feedback su quanto vedono di problematico in suo figlio, ed eventualmente rivolgersi poi ad uno specialista. Sicuramente ‘lavorare’ intanto a casa sul rinforzo dell’autonomia e della stima di sé di suo figlio lasciandogli spazio per le sue decisioni, difficoltà e responsabilità, insieme ad un vostro atteggiamento sereno e fiducioso, può essere un modo per aiutarlo a superare la sua insicurezza cui è legato probabilmente il suo disagio attuale.