Nessun cambiamento

Buonasera a tutti,
Ho 37 anni e mi sento una fallita in tutti i settori. Ho sempre lavorato ma contratti precari, ad oggi sono disoccupata, le mie sorelle si sono fatte la loro vita fuori casa e io alla mia età, vivo in casa con i miei genitori che mi mantengono perché da sola non riuscirei a pagarmi le spese. Per quanto riguarda il lato sentimentale ho un fidanzato da 10 anni, ad oggi non ci sono le condizioni per vivere insieme, anche se lui guai per me e non mi fa mai mancare niente. Che dire dopo 10 anni mi sono stancata di lui, lo vedo come un fratello, gli voglio bene, ma anche per comodo è brutto da dire, continuo a tenerlo con me, perché senza di lui sarei sola, visto che in giro non è facile trovarne uno "normale". Inoltre, tutte le mie amiche chi più chi meno è riuscito a crearsi una famiglia e io ancora no e questo per me è un fallimento in quanto per me vivere fuori casa e costruirsi qualcosa doveva essere la normalità, il sogno di molte ragazze a questa età. Mi sento profondamente a disagio, inoltre da un anno a questa parte ho conosciuto un altro con cui mi messaggio sempre e che mi intriga molto sia di testa che fisicamente . Qualche volta ci vediamo, ma aimè lui per ora non vuole impegnarsi perché il lavoro gli porta via troppo tempo ed è stato chiaro sin da subito. Gli piaccio, mi cerca sempre e per ora è così. Io mi sento in una situazione brutta, sono infelice e mi sento ingabbiata in questa vita che non vede sblocchi in nessun ambito. Sono infelice, perché vedo che pur cercando di reagire non cambia niente , non mi evolvo. Che cosa mi consigliate di fare?
Grazie Eleonora

Salve Eleonora, le sue parole verso se stessa sono forti e intrise di giudizi (si sente "fallita", dice di fare scelte "di comodo", non si "evolve", ecc).

Certamente non è recriminandosi ad oltranza di fare degli errori che può uscire dalla "gabbia" ma, al contrario, accettando le scelte fatte (o che farà), "errori" compresi, come possibilità della vita, come modi che tutti abbiamo per sperimentarci ed esplorare.

L'accettazione delle proprie scelte, ossia per dirla meglio l'accettazione di sè, l'Amore per se stessi, non è cosa facile se cadiamo nella trappola del giudizio quando ci fermiamo ad osservarci e ascoltarci. Per capire cosa potremmo davvero volere, cosa potrebbe davvero farci bene, quali risorse interiori potremmo davvero contattare e attivare, è necessario tenere a bada (o proprio mettere a tacere) quel giudice interno che spesso, quando giudica, piuttosto condanna (e forse troppo poco assolve).

Non si richieda di riuscire da sola: imparare ad accettarsi è un processo, è un percorso in cui è utile ma anche bello essere accompagnati e trovare un riferimento a cui affidarsi, è un viaggio in cui l'opportunità di condivisione può assolutamente fare la differenza! 

Le auguro di darsi ancora mille mila chances di esplorare se stessa e la vita alla ricerca di quell'Affetto per sè, che al momento mi pare resti un po' nascosto dietro a tutti quei pensieri ipercritici e - per forza dunque - paralizzanti.

Un caro saluto.