Dott.ssa Annalisa Ceruso

Dott.ssa Annalisa Ceruso

Psicologo, neuropsicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta, psicodrammatista

Significato del bacio, ipotesi della sua origine e differenze di significato attribuito dai due generi maschile e femminile

Significato del bacio, ipotesi della sua origine e differenze di significato attribuito dai due generi maschile e femminile

Seguendo l’ipotesi darwiniana, analogamente ad ogni altra condotta ed espressione emozionale con carattere comunicativo, l’atto del baciarsi avrebbe consentito un vantaggio selettivo diretto o indiretto, tale vantaggio (secondariamente), avrebbe determinato la conservazione dell’azione/espressione medesima.
I ricercatori hanno cercato di rintracciare in varie specie animali gli antecedenti dell’atto del baciarsi, provando, in tal senso, a definire il valore biologico che ne avrebbe giustificato l’affermazione.
Il legame con il successo selettivo è apparso debole, nella misura in cui l’atto del baciarsi risulta un comportamento rarissimo da osservarsi nelle specie animali e non necessariamente appare determinarsi nell’universo umano.
La maggior parte delle specie animali studiate non mostra l’atto del baciarsi nel proprio repertorio comportamentale; in linea generale, dunque, l’osservazione entro le specie animali ha rilevato un valore relativo di questa pratica in rapporto all’efficacia riproduttiva e all’affermazione in un territorio.
Le specie animali nelle quali la pratica del bacio risulta assente si riproducono con ampio successo, né manifesterebbero svantaggio alcuno nella competizione con specie in cui l’atto del baciarsi è attuato.
Analogamente in un’analisi antropologica, similmente alla prospettiva comparata, ricaviamo una conferma di suddetto valore relativo.
Lo studioso danese Kristoffer Nyrop riporta che le tribù finniche considerano baciarsi “una cosa indecente”; l’antropologo francese Paul d’Enjoy, in uno studio contestualizzato in Cina nel 1897, riferì che i Cinesi di quel tempo consideravano baciarsi sulla bocca “una cosa tanto orrenda quanto il cannibalismo”.
In Mongolia, analogamente, il bacio non è praticato.
Secondo le rilevazioni dell’antropologa Fisher e della sua équipe, tanto più una popolazione è primitiva, e tanto meno tenderà a baciarsi: la pratica del bacio si svilupperebbe in popolazioni evolute.
In una ricerca del 1992, condotta presso il “Kinsey Institute”, centro di ricerca sulla sessualità e sull’amore, la studiosa evidenzia che il bacio non si pratica assolutamente in talune popolazioni primitive dell’America Centrale, non si pratica assolutamente in popolazioni primitive dell’Africa sub-sahariana, non si pratica assolutamente in popolazioni primitive della Nuova Guinea e non si pratica assolutamente in popolazioni primitive dell’Amazzonia.
In sintesi, il bacio non sembra rivestire un ruolo di necessità, né di imprescindibilità in chiave evoluzionistica.


Desmond Morris aveva osservato nei primati la pratica delle madri di masticare il cibo e poi nutrire bocca a bocca i piccoli, introducendo i frammenti di cibo fra le labbra socchiuse di questi.
Egli suppose, perciò, che gli ominidi proto-umani aventi un patrimonio genetico simile a quello delle scimmie, potrebbero aver sviluppato la stessa pratica nelle medesime condizioni.
Nell’ipotesi dell’osservatore, la pressione delle labbra sulle labbra, sarebbe stata conservata anche in condizioni di scarsità di cibo, come modo per calmare, placare, quietare i piccoli affamati nei periodi di insufficienza di cibo, carestie, eccetera.
Successivamente, la pratica del bacio sarebbe divenuta una maniera per esprime amore ed affetto in generale, manifestandosi in modalità diversificate (dal bacio più casto, al più erotico), quale autentico prodotto di un’ulteriore evoluzione di tipo più squisitamente culturale, apparendo nelle varie forme presenti nelle nostre società:
il baciarsi sulla bocca toccandosi le lingue avrebbe una origine prettamente culturale:
la definizione “French kiss”, sembra comparire per la prima volta nel 1923.

 

IPOTESI SULLA FUNZIONE BIOLOGICA DEL BACIO.

Il compito difficile di provare ad accertare un probabile ruolo biologico del bacio, è stato affrontato da Gallup e collaboratori mediante studi psicologici dai quali sono state tratte conclusioni globalmente accettate da molti studiosi (purtuttavia, ai fini di una più imparziale esposizione, va precisato che i risultati si prestano ad interpretazioni diverse e sfaccettate).
Gordon Gallup, psicologo evoluzionista, ricercatore presso l’University of New York e l’University of Albany, ritiene che l’atto del baciarsi abbia un ruolo nella selezione per l’accoppiamento:
probabilmente originariamente sussistente entro le specie animali, suddetta pratica si sarebbe conservata nella realtà umana con il medesimo fine selettivo, apportando un vantaggio nella cernita del partner sessuale, poiché attraverso il bacio, gli organismi verrebbero a conoscenza della loro compatibilità genetica.
Lo studioso ha condotto uno studio al quale hanno partecipato 122 donne e 58 uomini: il 59% degli uomini e il 66% delle donne ha affermato di aver provato attrazione per un soggetto (potenziale partner) ma, dopo il primo bacio, l’attrazione è subitaneamente svanita e costoro avrebbero deciso di non dare seguito alla frequentazione di quel candidato partner.
Secondo Gallup questo proverebbe l’esistenza di uno scambio di informazioni genetiche in grado di agire sul cervello determinando la tendenza inconscia ad allontanarsi da quel partner.
In tale analisi non vengono tuttavia prese in considerazione ragioni di carattere culturale, di personalità (vale a dire attinenti alla psicologia squisitamente individuale), né peraltro aspetti di complessità relazionale intercorrenti ai due soggetti in gioco (imputabili di un presunto cambiamento delle dinamiche in essere e ipoteticamente responsabili di un mutamento di interesse da rivolgere al candidato).
Sullo stesso piano, le conclusioni cui perviene lo studioso, non prendono in esame le modificazioni della pratica del bacio nel corso dello sviluppo temporale di una coppia partnerale (laddove il venir meno della pratica del bacio è probabilmente maggiormente imputabile a variabili di natura psicologica, culturale ed esistenziale, sia pure in presenza di una compatibilità genetica già confermata/individuata e vagliata).


Interessante e significativo sul piano sociopsicologico un altro studio condotto da Gordon Gallup, concernente il diverso significato attribuito al bacio dai due generi maschio e femmina.

La ricerca è stata svolta presso il “Department of Psychology” of the University of Albany ed ha coinvolto 1041 giovani studenti di entrambi i sessi.
La maggior parte dei ragazzi ha dichiarato di considerare un bacio intenso e partecipato, come un modo per procedere verso il rapporto sessuale, mentre le ragazze hanno prevalentemente riferito di ritenerlo un segno di un coinvolgimento emotivo più profondo “valutando sia se l’altra persona possa essere di prima qualità” (il nostro studioso interpreta quest’ultima affermazione quale: “se l’altra persona possa essere una fonte di DNA di prima qualità”), sia “se possa essere un partner di lungo termine”.

In estrema sintesi, Gordon Gallup dichiara: “Le donne danno molto più valore al bacio rispetto agli uomini. Infatti attraverso un bacio una donna è in grado di valutare se un partner è quello giusto, come anche di valutare se una relazione è arrivata al capolinea. Gli uomini invece darebbero più risalto all’aspetto fisico ed il bacio sarebbe visto come un preliminare del sesso.”

In una prospettiva strettamente evoluzionistica, Gordon e la sua équipe considerano le differenze emerse nell’attribuzione di significato al bacio tra i due sessi quali conseguenze deterministiche di due programmi biologici prefissati.
Secondo loro, le femmine devono investire una maggiore quantità di energia per generare ed allevare figli ed hanno un lasso di tempo fertile più limitato rispetto ai maschi, per questa ragione risulta indispensabile rivolgere una maggiore attenzione nella scelta del partner, a tal fine, pertanto, acquisiscono dal bacio informazioni relative
▬ alla qualità del compagno come padre biologico (ossia qualità di materiale genetico), ma anche informazioni relative
▬ al grado di coinvolgimento affettivo dal quale dipende il legame, che possa o meno garantire una partecipazione alla cura della prole.

Che cosa succede nel cervello quando ci baciamo? DAL BACIO AL CERVELLO.

L’atto di baciarsi è generalmente istintivo e spontaneo e, pertanto, si ritiene che esso possa veicolare informazioni di tipo neuropsicologico. In altre parole, le caratteristiche motorie e gestuali del bacio potrebbero rivelare aspetti della sua organizzazione neurofunzionale nel cervello.

Lo psicologo Onur Güntürkün della Ruhr-University di Bochum, in Germania, ha osservato 124 coppie che si baciavano in luoghi pubblici in tre diversi paesi: Stati Uniti, Turchia e Germania.
Studiando il movimento nell’osculazione ha notato che l’inclinazione del capo verso destra, prima che le labbra si toccassero, era due volte più frequente dell’inclinazione a sinistra.
Il fenomeno non poteva essere spiegato come conseguenza della destrimania, perché la prevalenza d’uso della mano destra è quattro volte più frequente della tendenza ad inclinare a destra il capo prima di baciare.
Per spiegare questa preferenza motoria e posturale automatica nel bacio, Güntürkün ha ipotizzato un’origine indipendente dalla scelta della manualità, considerandola collegata alla prevalenza del controllo corticale da parte dell’emisfero sinistro (lateralità sinistra che governa i movimenti della parte destra del nostro schema corporeo).
Andrebbero condotti numerosi altri studi neuropsicologici di approfondimento per spiegare le caratteristiche di questa asimmetria nella pratica del bacio; la comprensione più sottile potrebbe fornire qualche elemento di importanza non del tutto trascurabile per l’individuazione e per l’analisi di altre funzioni cognitivo-strumentali, al presente, è possibile attestare esclusivamente alcune localizzazioni pressoché costanti:
il supposto controllo corticale da parte dell’emisfero sinistro nel movimento spontaneo dell’atto del baciarsi si collocherebbe nello stesso emisfero del linguaggio, mentre la coscienza spaziale si trova nell’emisfero cerebrale destro.
Le esperienze di apprendimento che modulano postura, gestualità e dinamica psicomotoria in genere risultano complesse e occorrerebbe rivolgere uno spazio anche ad un interrogativo sul ruolo giocato dai fattori culturali altresì in questo ambito più circoscritto.

Il bacio appassionato è un grande regista del desiderio psicofisico più coinvolgente, nella misura in cui tale atto è un ATTIVATORE: esso accende l’eccitazione mentale e fisica; la bocca è ricca di recettori per i ferormoni, sostanze sessualmente eccitatorie che avvertiamo in modo subliminale per via olfattiva e gustativa.

I ferormoni scambiati attraverso i baci erotici stimolano la parte più antica del nostro cervello, il rinencefalo, e aumentano l’eccitazione genitale nell’uomo (sino all’attivazione dell’erezione) e l’eccitazione genitale nella donna (sino alla produzione di secrezioni vaginali).

Quando ci baciamo si attiva la stessa area cerebrale che coordina: la presa di iniziativa, la motivazione, le avversioni, l’aggressività, l’attaccamento affettivo profondo, l’eccitazione ed il desiderio sessuale.

 

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