Buongiorno ho 29 anni e ho grosse difficoltà nei rapporti con gli uomini motivo per cui le mie relazioni dopo circa due anni si arenano

Buongiorno ho 29 anni e ho grosse difficoltà nei rapporti con gli uomini motivo per cui le mie relazioni dopo circa due anni si arenano. La mia storia familiare è caratterizzata da una madre con comportamenti instabili alternati da momenti di idillio e eccessiva premura a momenti durante i quali mi rifiuta, mi insulta e manifesta necessità di momenti di isolamento perchè per citare le sue parole “non mi sopporta“. Spesso dichiara di non essere soddisfatta di come sono, di non riuscire ad accettarmi, di non sentirsi amata e tende ad invertire i ruoli tra noi, posizionandosi come una figlia bisognosa di affetto ma carica di rabbia e atteggiamenti infantili. Inutile proporle una terapia perchè crede di non averne necessità. Purtroppo io per quanto mi impegni riproduco lo stesso comportamento alternando momenti di amore a scoppi di ira, feroci, aggressivi e con la fuga attraverso continue rotture del rapporto. Mio padre, divorziato da mia madre, mi prega da anni di interrompere il rapporto con mia madre e di dedicarmi alla mia vita, ma quando ho provato sono stata assalita da senso di colpa e nostalgia. Non riesco ad accettare che non potrò avere un rapporto equilibrato con lei e spesso mi sento il problema. Nelle relazioni sono infantile, a tratti capricciosa e insaziabile di attenzioni e rassicurazioni. Cosi alla fine pur essendo carina e intelligente le persone si allontanano. Vi prego di aiutarmi ho fatto di tutto, dalla terapia, alle costellazioni, alle tecniche di gestione dello stress ma adesso inizio a sentirmi senza via d'uscita e mi sento soffocare. Spero di cuore in un vostro gentile consiglio. Grazie

Inizierei dalla fine della sua richiesta. Ha tentato “di tutto“, a quanto pare inutilmente. Ora inizia a sentirsi “senza via d'uscita“, si sente di “soffocare“... La questione da porsi è questa: “chi“ si sente così? E' proprio Lei? O forse, piuttosto, è ormai così “dentro“, così “identificata“, con una certa idea, una certa immagine di sè stessa, da non poter neppure concepire di essere altro... I sintomi che avverte potrebbero esser visti, allora, come il “segugio che non molla la presa“, che non le consente un simile accomodamento con sè stessa. Forse sono essi stessi la terapia in atto. Una terapia a cui, a differenza delle precedenti, lei evidentemente non può sottrarsi. Un saluto