Dott. Antonio Mallamo

Dott. Antonio Mallamo

Psicologo, Sophianalista Esistenziale

Mi sento una nullità

Buongiorno a tutti! Sono una ragazza di 29 anni ed è la prima volta che mi confronto con qualcuno. Ho finalmente deciso di aprirmi dato che da mesi vivo una situazione sofferente e che ultimamente diventa sempre più ingestibile. Premetto che ho una bella famiglia: i miei genitori mi stimano moltissimo e fin da piccola hanno preteso molto da me. Essendo bilingue hanno sempre sperato, e lo sperano tutt'ora, che io mi realizzi all'estero. Da cinque mesi mi sono laureata in tossicologia ambientale e da allora mi sento una nullità. se prima mi vergognavo come una ladra di dire che ero studente, adesso inizio a fare pensieri strani. Se penso al mio futuro incerto mi agito, a volte ho qualche attacco di tachicardia. Vivo giornate “buone“, quando riesco a trattenere i miei pensieri, e giornate “cattive“ in cui posso piangere tutto il giorno. Ormai vivo in uno stato di apatia quasi totale. Mi sento una totale falliata. Ho un fidanzato perfetto, ma mi domando che futuro possa dargli io? Ho provato ad accennargli il mio problema ma poi mi sento peggio, mi vergogno di me stessa. I miei genitori poi sono anziani e il fatto di non renderli fieri di me mi distrugge. Ho deciso di scrivere perchè sempre più spesso penso a come sarebbe se io non ci fossi più. Non starei più a carico di nessuno. Un anno fa un mio amico e coetaneo si è suicidato e spesso penso a come sarebbe stato meglio forse invertire i ruoli.

Carissima,

scusi anzitutto se in questo commento   le do del tu, mi è venuto spontaneo e non mi correggo

poco ci dici del vissuto all'interno della relazionale con i tuoi genitori , che, probabilmente, ha presentato qualche aspetto disfunzionale rispetto un approccio più ottimista verso la vita. Non solo, è possibile ipotizzare che le aspettative su di te siano state esperite ed accolte con una certa dose di fastidio ,  creando un conflitto tra il tuo progetto di vita e quello indicato dai genitori. E questo ha potuto generare rabbia ed è sempre ipotizzabile che questa arrabiatura , molto ben rimossa , verso le aspettative genitoriali, ma anche verso il mondo che non dà opportunità di lavoro, stia adesso emergendo causando problematiche di tipo depressivo.  Le idee depressive non sono altro che  il risvolto della medaglia di  sentimenti di rabbia più o meno controllati. La cura ? anzitutto  entrare profondamente e con coraggio nella tua interiorità per verificare la corrispondenza di quanto ipotizzo, e , se ci sono dei riscontri, cercare di amare quanto finora hai realizzato,  riconoscerne il valore, comprendere il ruolo genitoriale anche se non è stato o non è perfetto e se necessario prenderne le distanze e cercare, con amore, una via tutta tua alla realizzazione, che non deve essere nè perfetta, nè obbedire ai desiderata esteri della famiglia.. Ovviamente sono indicazioni di massima non conoscendo quasi nulla della tua storia. Di sicuro le ideazioni depressive si sconfiggono con ideazioni di amore e perdono per se stessi e gli altri. In questo ti potrà aiutare il cuore che non vede l'ora di non essere più frenato e pulsare armonicamente  (è questo  il messaggio che ti da la tachicardia!! ).

Se servono ulteriori approfondimenti non esitare a contattarmi.