Dott. Antonio Mallamo

Dott. Antonio Mallamo

Psicologo, Sophianalista Esistenziale

Mio marito è malato di sesso, cosa fare?

Buonasera, mi chiamo elisa e sono mamma di 2 bambini uno di 3 anni e uno di 15 mesi- il loro papà nonché il mio compagno non vive con noi e viene solo nel weekend perchè lavora in un altra città. Questo ha comportato diverse rotture tra noi a causa dei suoi ripetuti tradimenti. L'uomo in questione ha una forte dipendenza dal sesso e tramite chat annunci e sociale network vivera una vita parallela con altronome e altro cell. X questa dipendenza è seguito da uno psichiatra che gli ha diagnosticato una psicopatia. In poche parole dice che è uno psicopatico. Io ho sempre cercato di salvare la nostra relazione anche sé molto difficile.. Quando viene qui si comporta bene e mi aiuta molto. Ma quando è nell'altra città continua ad avere un altra vita.. Io me ne sono accorta e lui pur di non parlarmene mi ha lasciato.. In tutti i sensi ci ha lasciati qui come degli scemi a me e ai bimbi venerdì sera non preoccupandosi di niente e rendendosi irreperibile x 3 giorni. Ora come mi comporto con i bimbi? E' bene che lui venga a trovarli e li chiami o è meglio che vivano la loro visita senza senza avere rapporti con lui? Non so cosa è meglio x il loro bene

Cara Elisa,


partirei da 2 premesse, ovvero la diagnosi di psicopatico affibbiata a suo marito mi pare alquanto generica e , se presa alla lettera, decisamente eccessiva. la seconda premessa è , che a mio parere, per le mie convinzione e per esperienza occorre che i soggetti più deboli in questa situazione triangolare (padre-madre-figli) sono i figli , a cui occorre dare la precedenza come salvaguardia, perchè non vengano danneggiati nel loro sviluppo affettivo, come queste situazioni conflittuali spesso determinano. Non bisogna dimenticare che il modello interno di identità personale e poi di coppia , viene mutuato in massima parte  dai genitori e dalla relazione che tra loro intercorre .La recezione della armonia o disarmonia ambientale è già attiva dalla più tenera età e ,si ipotizza, anche in periodo prenatale.  Quindi, intanto, necessario che i vostri conflitti non siano vissuti a cielo aperto, alla presenza dei figli e che ognuno racconti loro il partner nei termini positivi che occorre pur  individuare.

Detto questo ....cosa fare ? In una relazione esiste un dogma psicologico che ci racconta che le responsabilità vanno sempre divise in due, se in suo marito mi pare si possa  riscontrare , non una psicosi, ma una alterazione nello  sviluppo psico-sessuale,  problematico,   comprese fissazioni ed atteggiamenti infantili di stampo narcisistico, lei dovrebbe lavorare su cosa significhi una accettazione rassegnata a simile menage, quali "guadagni secondari" le provoca e quale tendenza alla sofferenza si possa essereinstaurata in lei e perchè . Credo che un buon aiuto psicologico, anche di tipo esistenziale,  per entrambi potrebbe dissolvere questa impostazione psico-esistenziale complicata , ma abbastanza classica. Tenga conto che il suo compagno ha altrettanto bisogno di aiuto di quanto lo abbia lei. Terapia di coppia ?  Io penso che in queste situazioni è complicatissimo agire in due, ci deve essere uno dei partner che si prende la responsabilità pressoché totale di iniziare un percorso, che inevitabilmente, poi,  avrà un riflesso positivo sull'altro, oltre che, comunque, su lui stesso . Nel raccomandarle ancora  la salvaguardia dei figli, sono a disposizione per ulteriori chiarimenti. In ogni caso gradirei  un suo riscontro di come ha accolto i miei suggerimenti , in senso positivo o negarivo, questo riscontro costituisce l'unico corrispettivo al mio impegno. Grazie