Dott. Antonio Mallamo

Dott. Antonio Mallamo

Psicologo, Sophianalista Esistenziale

Non riesco più ne a gestire, ne a sopportare questa situazione

Salve, mi sto curando da un paio di anni con depakin crono da 300 mg, 1 al mattino, mezza la sera e cipralex da 10 mg una al mattino. Nonostante questo il mio stato depressivo non trova miglioramenti, visto che in famiglia sono vittima di numerosi litigi, perché mio marito e mio figlio pensano che io voglia solo fare la vittima, mentre dopo che ho perso il lavoro, da febbraio, mi sento più che mai una fallita, purtroppo i miei genitori, sono entrambi deceduti e non ho più quindi la mia ancora di salvezza... quando avevo entrambi, e poi solo la mamma, sopportavo bene il fatto che mio marito è alcolizzato e quindi io per lui sono la causa del suo malessere, e poi mio figlio, ha iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti, e nessuno dei 2 vuol farsi aiutare, anzi scaricano le colpe su di me. Io non voglio fare la vittima, sicuramente avrò le mie colpe, ma non riesco più ne a gestire, ne a sopportare questa situazione, penso spesso di togliermi la vita, ma poi in fondo sono una vigliacca e non ci riesco, e poi farei del male a mio fratello, che è l'unico che mi capisce e mi vuol bene. VORREI allontanarmi dalla mia famiglia per un periodo e fare un percorso di riabilitazione, vorrei sapere se fosse possibile un ricovero in una struttura adeguata, e se posso rivolgermi allo psichiatra che mi segue e porgli la mia richiesta. Non me la sento di affrontare un divorzio, perché mio figlio maggiorenne resterebbe in casa con me e non mi sento in grado di gestire la situazione. Ringrazio anticipatamente per la cortese risposta. Grazie mille.

Cara Cristina, anzitutto correggerei la sua impostazione cognitiva sul suicidio. Il coraggio non e' togliersi la vita, ma affrontarla come sta facendo lei , in una situazione molto complicata. La sua famiglia , lei compresa, e' immersa in un sistema relazionale invischiato , funzionale a mantenere tutti nel malessere, dove a Leie' stato assegnato   il ruolo, par di capire, del capro espiatorio. Cosa dirle : anzitutto non pensi di poter cambiare , cosi'  , direttamente  i suoi cari. Ma E' anche vero che un elemento del sistema cambia, tutto il sistema puo' cambiare. D' altronde il sistema protegge se stesso, o almeno lo status quo, controllando che nessuno possa cambiare.  Ecco, lei se la sente di far da elemento impazzito capace, col suo cambiamento, di far cambiare il sistema , cioe' marito e figlio? Passare da capro espiatorio a liberatrice ? Non e' semplice, ma e' l'unica possibilita'.  Se se la sente inizi con l' appoggiarsi  alla unica risorsa che si intravede , suo fratello. Nel frattempo  si dovrebbe rivolgere ad un terapeuta o a un gruppo che seguono il modello psico-terapico "sistemico relazionale" . Saranno loro a farle capire con che modalita' puo' attuare il suo cambiamento liberatorio.