Dott. Antonio Mallamo

Dott. Antonio Mallamo

Psicologo, Sophianalista Esistenziale

Sto facendo soffrire la mia famiglia ma non sò come o cosa fare!

Salve, circa due mesi fa' ho sofferto di anemia tanto che sono stata costretta ad andare subito in ospedale per fare la trasfusione di sangue..premetto che sono una giovane mamma di due bimbi e che da circa 5 anni, mi sono dovuta trasferire da Agrigento ad un altro paese per motivi di lavoro.. purtroppo, ancora non sono riuscita ad integrarmi e faccio la mamma a tempo pieno stando quasi tutta la giornata a casa.. una mattina, stavo talmente male da non riuscire a fare nulla..mia madre, vedendomi pallidissima mi ha portata a fare le analisi e li' mi hanno comunicato che dovevo andare subito in ospedale..il viaggio per andare ( quasi un ora) è stato terribile: pensavo di morire, di lasciare i miei bimbi, di non farcela talmente stavo male..pensavo anche ad una mia cugina morta pochi anni prima a soli 30 anni.. morta improvvisamente per un malore..finalmente arrivata in ospedale, mi hanno fatto le trasfusioni e dopo 2 giorni mi hanno dimesso dall'ospedale..pensavo di stare meglio ma li' comincio' il mio calvario: paura, agitazione, fino ad arrivare a veri attacchi di panico: palpitazioni, vampate di calore, tremoli, formicolii alla testa e alle mani, stanchezza tutto il giorno e spossatezza..un unico pensiero: la mia salute, la salute dei miei cari e la paura della morte! due mesi dopo mi sono decisa di parlarne con il medico curante, che mi ha prescritto XANAX 5 goccie la mattina e 10 la sera.. all' inizio mi quietavano, ma poi niente..abbiamo aumentato la dose..ma in realta', ho sempre questa paura.. non riesco piu' a concentrarmi, a giocare con i miei bimbi, a gioire con mio marito..so' che sto facendo soffrire la mia famiglia ma non so' come o cosa fare! aiutatemi

Cara Debora, la natura del suo problema di salute pregresso  le parla da sola . Mi pare fuor di dubbio che la sua anemia sia stato un fenomeno a forte componente psicosomatica e stressogena, altrimenti non sarebbe bastata una trasfusione a eliminare il problema. Questo non vuol dire che una somatizzazione , se trascurata, non possa , col tempo, causare anche una patologia organica. Quindi il mio suggerimento è cogliere questo ,prezioso, campanello d'allarme , che il suo Sè le ha dato, onde porre rimedio. Le occorre una "trasfusione" energizzante di contenuti, progetti e apertura alla vita. Che essi bollano in pentola, mi permetto di affermarlo, non ci sono dubbi, visto quanto le è successo e quanto la conseguente ansia gli lo ricorda. A questo ribollire occorre dare una risposta, il miglior modo di non far soffrire, anche se soffrire è una parola grossa,  le persone a lei vicine , è quello di occuparsi di lei. Personalmente , per mia formazione, preferisco indirizzare verso modelli umanistico-esistenziali , ma anche altri modelli, purchè integrati con l'aspetto esistenziale vanno bene. Il suo percorso dovrebbe essere focalizzato non semplicemente sull'eliminazione del sintomo "ansia" , ma sopratutto sul suo progetto esistenziale represso , per essere aiutata a perseguirlo . L'ansia sparirà di conseguenza. Quindi la scelta di un eventuale terapeuta deve ricadere su una persona che a naso lei senta le possa assicurare questo percorso, facendo magari più di un colloquio , per poi scegliere confidando sul suo istinto. Un'ultima cosa, non si senta in colpa verso la famiglia, forse (dico forse)  lei è solo la delegata a sostenere  un disagio familiare esistenziale che interessa tutto il nucleo; pertanto oltre a metterla in guardia a sottrarsi ad interpretare un malessere più esteso, le prospetto che ,  da terminale di un disagio, lei potrebbe divenire soggetto trainante di un benessere. Nel salutarla, le dico che ci terrei a saper se e quanto si ritrova nella mia analisi, rispondendomi anche qui, grazie