Professore Antonio Scarinci

Professore Antonio Scarinci

psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

Attacchi di panico e di claustrofobia

Mi presento sono una donna di quasi 38 anni e da maggio dell'anno scorso sto vivendo un periodo di forte stress, nel giro di pochi mesi ho provato due cicli di fecondazione assistita, entrambe andate male, e in seguito io e mio marito abbiamo intrapreso il percorso dell'adozione. Inoltre non ho una buona situazione lavorativa e tutto ciò si ripercuote sul mio stato d'animo sempre agitato e ansioso ma la situazione peggiore è che sto soffrendo di attacchi di panico e di claustrofobia soprattutto in aereo. Ho sempre viaggiato tanto e non ho mai avuto problemi ma adesso anche solo pensare di salirci mi provoca palpitazioni, tremori e forte sudorazione...tutto ciò è molto limitante e vorrei poter tornare a vivere serenamente. Grazie

Come lei stessa sostiene sta vivendo un momento particolarmente stressante e forse si sente “chiusa” in una situazione difficile da fronteggiare. Ciò che può esserle utile è capire il modello a circolo vizioso del panico, riportato di seguito.
A fronte di una minaccia soggettivamente percepita si sperimenta ansia che determina la sintomatologia (tachicardia, sudorazione, difficoltà respiratorie, senso di svenimento, ecc). L’interpretazione erronea dei sintomi (sto male; sto per avere un altro attacco; sono debole, ecc.) incrementa l’ansia che a sua volta incrementa i sintomi e le interpretazioni erronee. L’evitamento e l’attenzione selettiva (controllo delle variazioni fisiologiche dell’organismo) sono agiti come comportamenti protettivi che producono effetti contrari a quelli che si vorrebbero raggiungere.

Il primo passo da compiere è considerare l’ansia come una nostra amica, cullarla, non è il pericolo, ma ci fornisce solo informazioni essenziali. Se la trattiamo così l’andamento è fisiologico, cresce un po’, come quando sosteniamo un esame, e poi ritorna ad intensità basse. L’altro passo è concentrare l’attenzione sul compito o distrarla.

E’ bene, comunque, rivolgersi allo psicoterapeuta prima che si acuisca il disagio.