Dott. Attilio Graziano

Dott. Attilio Graziano

psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista

Abbuffate di cibo incontrollato

Salve, sono un ragazzo che un anno fa ha intrapreso da solo un percorso che in circa 7 mesi lo ha portato da 130 kg a pesare 68. I primi tempi sono stati super, mi sono ritrovato tutto addosso e a fare nuove esperienze. Tuttavia ho iniziato con frequenza quasi periodica ad abbuffarmi incontrollatamente. Più o meno una volta a settimana o una volta ogni 10 giorni, mentre nel resto del tempo sono praticamente fissato nel tenermi in linea ( mi cucino a parte, senza olio, mangio praticamente solo carni magre e pesci magri, verdura a volontà, insomma mi tengo stretto e su un'alimentazione pulita). Ci sono giorni però, soprattutto nel fine settimana o in occasioni di feste in cui do il peggio di me. Inizio a mangiare dalla mattina alla sera senza sosta e tutto quello che trovo davanti. Ho paura di vanificare ogni mio sforzo e mi trovo ormai in un circolo vizioso in cui mangio, mi privo di ogni sfizio, mi riabbuffo.... un'altra cosa che ho notato inoltre è che non riesco a resistere dalla frutta, né mangio in quantità industriali.... anche 1.5kg al giorno a volte.... non riesco più a gestirmi insomma... non so più che fare

Ciao Michele, non riesci a mantenere una condotta alimentare adeguata, perchè, evidentemente, essa riflette un tuo

"squilibrio interiore" che andrebbe indagato e affrontato con un percorso di psicoterapia che ti aiuti a riconoscere le cause e quindi a diminuire i comportamenti di discontrollo. Affrontando i costrutti relativi alla percezione/dispercezione della tua immagine corporea, potrai apprendere un nuovo stile di vita in cui il cibo non dovrà rappresentare più la sola e unica fonte di gratificazione.

Per quel che riguarda il tuo "attaccamento" alla frutta, esso dipende da una dipendenza sia fisica che psicologica.

Nel primo caso lo zucchero contenuto nella frutta colpisce i recettori del cervello, gli stessi che rispondono ad oppiacei e morfina, quindi quando lo mangiamo ci rende “felici”.

Mentre nel secondo (dipendenza psicologica), sei portato a ritenere che la frutta si un cibo che non fa ingrassare e, quindi, inconsciamente pensi che puoi mangiarne quanta ne vuoi.

Attilio.