Dott.ssa Aurelia Gagliano

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Dott.ssa Aurelia Gagliano

psicologa clinica - psicodiagnosta - C.T.P.

Non so cosa fare

Buonasera a tuttə, sono Eris un ragazzo trans di 21 anni. sono circa 2 anni e il prossimo giugno sono 3 anni che convivo con la scoperta della mia identità di genere. Ho attacchi di disforia e sono arrivato al punto in cui il binder non mi basta più. Non sono in terapia ormonale perché so, o meglio così mi è stato detto, che una persona non binary, genderfluid e transgender può iniziare la terapia solo quando lə psicologə gli diagnostica la disforia di genere. Il problema è che io adesso non posso permettermi una spesa del genere, però dall'altro lato c'è la mia voglia di stare bene e di essere me stesso. Non posso parlarne con nessuno a casa, sono tutti troppo retrogradi con la mentalità e pensano che una persona transgender automaticamente sia un travestito o una drag queen che sono cose completamente diverse. Io ho già fatto coming out, lo dico senza problemi, anche perché voglio essere chiamato con il mio nome e con i pronomi adatti e non con il deadname o per quello che potrei sembrare. Anche vivermi tranquillamente la sessualità mi risulta difficile a meno che io non smetti di pensare al corpo che ho a disposizione in quel momento e faccia "finta" di averne un altro. Cosa dovrei fare? Come devo muovermi? scusate il disturbo. Eris

Salve Eris,

mi occupo di queste dinamiche da molti anni così anche il redigere relazioni (come lei stesso ha citato). Sono stata in AGEDO occupandomi da un lato di giovani anime che mi parlavano delle loro identità di genere, e dall'altra di fare formazione a operatori e colleghi. E nel miei studi privati tante sono state le persone che ho aiutato. Le sue parole suscitano in me, molta tenerezza, avvertendo tutto il disagio esistenziale che lei vive. Il mio metodo Carattere Corporeo (c) annesso al Counseling, si sposa benissimo con la sua problematica, ripeto già sperimentata in altre situazioni portando risultati efficienti. 

Complimenti per aver trovato il coraggio di fare coming out e di rivelarlo qui, ma soprattutto a se stesso. Non ci si deve vergognare di un modo di essere o sentirsi. Ognuno, semplicemente, è ciò che SENTE! 

Riguardo alla sua famiglia, direi che và compresa la loro incapacità di riuscire a vedere oltre perchè si trovano dinanzi ad uno "schema copionico" differente dall'aspettativa che nutrivano nei suoi confronti. Posso dire che accade in tutte le famiglie o quasi. Sarebbe, infatti, opportuno un colloquio o anche più con i membri della sua famiglia, al fine di dare voce a tutti gli stati di sofferenza. I suoi familiari non hanno smesso di volerle bene ma hanno bisogno dei loro tempi emotivi per accettare tutto questo che di certo avverrà, quando? non possiamo saperlo.

Lei faccia come "sente" non reprima solo per agevolare gli altri. Avrei molto molto piacere ad approfondire perchè và approfondita la sua domanda in ambito privato. Pertanto, mi contatti e non esiti a farlo. Svolgo la mia professione oltre che in presenza nei miei due studi a Foggia e a Melfi anche on-line. Un abbraccio, dott.ssa Aurelia Gagliano.