Perdita di entrambi i genitori

Salve,
2 mesi fa ho perso mio padre di tumore. Stessa malattia che si è portata via mia madre 9 anni fa.
Sono una neo mamma, per fortuna, mio figlio mi dà tanta forza. Mi sono trasferita all'estero da poco tra l'altro.
Io provo a essere forte, è solo che mi sento così persa e sola, che non vedo una luce in fondo al tunnel. Ci sono giornate in cui vorrei solo rannicchiarmi sotto le coperte e rimanere là a non fare nulla. Vorrei immergermi nelle loro cose (se le avessi con me) e piangere. Non so uscirne. Non riesco ad arrivare all'accettazione, non posso pensare che non potrò mai più essere una figlia e che non ho un posto dove rifugiarmi o qualcuno che si prenda cura di me. Mi sento tremendamente in colpa a pensare ste cose perché come già detto sono madre. Ma proprio sono disperata. Aiuto.

Buonasera Joey,

la sua lettera mi ha colpita perchè l'ho sentita molto autentica e matura. Credo che lei sottolinei un aspetto molto importante: la difficoltà a perdere lo statuto di "figlia" a favore di quello di genitore. E' un lutto, una parte di noi vorrebbe continuare ad essere figlia per avere sempre quel posto "dove rifugiarmi o qualcuno che si prenda cura di me". E' come se lei sentisse che è un po'rimasta senza sponde, lei dà a suo figlio tutto il suo amore ma per poter continuare a farlo ha bisogno anche lei di essere accudita e coccolata, protetta e amata illimitatamente come un genitore può fare. Per poter amare suo figlio ha bisogno di lasciare ogni tanto il suo ruolo di madre e diventare lei la bambina da accudire, crogiolarsi in questo calore che lei cerca sotto le coperte. Quando si diventa madri è particolarmente importante avere la sensazione che ci sia qualcuno che si prende cura di noi mentre noi ci prendiamo cura del bambino. Questo è il presupposto per poter continuare ad amare il proprio figlio nel primo periodo dopo la nascita, così duro e delicato insieme. Per rispondere al suo senso di colpa le dico che non solo è "normale" che senta questo bisogno ma che è anche estremamente buono che lei riesca a dirlo senza tanti invincimenti. Mi sembra che in questo periodo della sua vita lei si trovi in tutti i sensi in terra "straniera": non solo abita in un altro paese ma sta muovendo anche i primi passi in un'esperienza, quella della maternità, fino a ieri completamente estranea, con un bambino che deve imparare a conoscere. Oltre a questo lei si trova a fare i conti con la dolorosa morte di suo padre che l'ha portata ancora di più verso un territorio "straniero" facendole lasciare l'abito di figlia forse, per lei, troppo prematuramente. Credo che potrebbe provare ad elaborare sia la morte di suo padre che quella di sua madre avvenuta nove anni fa. Questo perchè fare i conti con questo lutto le spalancherà a pieno le porte nel tragitto verso la sua identità di madre.... Non fa parola del padre del bambino sul quale, se presente, potrebbe appoggiarsi e ricevere sostegno, degli amici, di altri suo parenti dai quali può ricevere supporto e affetto. Le consiglio vivamente di chiedere aiuto a un professionista. Resto a sua disposizione nel caso avesse bisogno di contattarmi.

Le auguro che il nuovo anno le porti buonissime cose.

Cordialmente