Dott. Carlo Enrico Livraghi

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Dott. Carlo Enrico Livraghi

Psicologo, Psicoterapeuta E.M.D.R. , Consulente di parte

Il mio problema è più che altro una paura di non farcela

Salve, Sono una ragazza di 24anni e sto per conseguire una laurea magistrale in Comunicazione. Il mio problema che definisco ansia è più che altro una paura di non farcela, di fallire, una sensazione di inettitudine nei confronti di ciò che mi aspetterá dopo la laurea unita al senso di colpa per non aver mai avuto la forza e il coraggio di interrompere gli studi al momento giusto per non deludere i miei genitori. Mi spiego meglio: a 19 anni mi sono iscritta alla triennale in lettere con il sogno che avevo da sempre di diventare un'insegnante. Ben presto la mia convinzione inizió a vacillare ma durante il primo anno lo studio serví da valvola di sfogo per superare un lutto. Durante il secondo anno, arrivata all'esasperazione, provai a dire ai miei genitori che avrei desiderato interrompere degli studi che non mi avrebbero portato da nessuna parte ben consapevole che questo significava da parte loro aver buttato via due anni di soldi e sacrifici. Reagirono rassicurandomi e incitandomi ad ad andare avanti (probabilmente pensavano che le mie fossero solo difficoltà nello studio) e io volli trarre forza da queste rassicurazioni per perseguire ancora il mio sogno. Dato che più tempo passava più sarebbero stati i soldi buttati via, non provai più a parlare di interrompere gli studi e mi “rassegnai“ al mio destino. Ora sono ormai alla fine del mio percorso di studi (che ho deviato alla magistrale rinunciando per sempre alla possibilità di diventare insegnante, un sogno in cui evidentemente non credevo abbastanza) e mi trovo pressata dal loro atteggiamento per cui studiare è solo una scusa per non lavorare. Durante questi anni di università infatti, non ho mai trovato un lavoro (e l'ho cercato poco in effetti)non perché non avessi voglia ma per la paura che nessuno mi avrebbe mai preso in considerazione come in effetti è sempre accaduto ogni volta che ci ho provato. Non ho mai messo nemmeno un annuncio in cui offro ripetizioni per la paura di non ricevere nessuna chiamata. So che dovrei agire per sbloccarmi dalla situazione ma l'ansia mi blocca e mi vengono in mente tutte le volte che ho iniziato qualcosa (ad esempio, la costruzione di un sito internet o a fare volontariato) e che non ho portato a compimento, ho fallito. Inoltre i miei genitori si oppongono alla mia idea di andare dopo la laurea a convivere con il mio ragazzo (di 10 anni più grande), il quale mi riempie di fiducia, di speranza e di positività, perché non mi ritengono “in grado“ e vorrebbero che trovassi prima un lavoro vicino a casa. Io sento che dovrei liberarmi dal loro gioco ma ho paura di innescare conflitti.

Salve,

devo ammettere che gli elementi  forniti nella sua lettera non sono sufficienti a formulare una corretta valutazione della situazione, tuttavia sembrerebbe che oltre ad aver perso la fiducia in se stessa lei si percepisce soverchiata dalle attese dei suoi genitori e dalla loro influenza.

Demanda a loro la responsabilità di averla obbligata a perseguire un percorso di studi che in realtà la conduceva al raggiungimento di un suo grande desiderio, ma in realtà rimane oscuro, forse anche a lei stessa, le ragioni profonde che la indussero a rivedere la sua scelta.

Ammette di non crearsi reali possibilità lavorative, al momento come in passato, e accenna ad uno stato di ansia che le impedisce di procedere come vorrebbe.

 Inoltre ha una relazione sentimentale che la rassicura ma che al momento non può vivere come vorrebbe e rischia di compromettersi nella difficoltà di scegliere tra una convivenza e il conseguente conflitto con le figure genitoriali.

Come terapeuta sistemico relazionale trovo molti elementi di contatto tra il condizionamento dei suoi genitori e la sicurezza che il suo partner le trasmette …

Il mio consiglio è quello di poter approfondire con uno psicologo, specializzato in psicoterapia, il suo percorso di vita, personale e familiare. Sono certo che in questo modo, con la grande pazienza che traspare nei suoi racconti, lei potrà ritrovarsi e costruire la sua felicità.

Ci tengo a specificare che non ritengo il suo caso così complesso, ma al contrario sono convinto che con le sue risorse e con un confronto specialistico lei possa sbocciare abbandonando inutili ripensamenti o sensi di colpa.

Sperando di esserle stato di aiuto la saluto augurandole di trovare la forza per perseguire i suoi sogni e raggiungere le mete desiderate.

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Dott.Carlo Enrico Livraghi

Psicologo, Psicoterapeuta E.M.D.R. , Consulente di parte - Arezzo - Perugia - Lecce

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