Dott.ssa Carlotta Amadori

Dott.ssa Carlotta Amadori

Psicoterapia individuale ( adulto, adolescente), di coppia, familiare.

Rapporto genitoriale alienante

Salve, chiedo un parere a voi esperti perchè nonostante ci siano alti e bassi, vivo davvero male il rapporto con i miei genitori.
Sono la terza figlia di 3, la più piccola e l'ultima rimasta in casa con i miei genitori. Il divario di età tra me e i miei, è molto grande (23-60) e a parte idee e concezioni completamente diverse, il gap generazionale non ci permette di stare sulla stessa lunghezza di pensiero. Siamo come il buio e la luce, o due rette parallele qualunque metafora vi aggradi di più. (es: la concezione che hanno loro dei soldi, frutto per loro di lavoro sfrenato, fatiche e sofferenze, risparmi e NESSUN vizio materiale, sottolineandone continuamente la supefluità.
L'estrema pudicità nei confronti dell'argomento sesso, l'inesistenza da parte di entrambi di "coccole" sia fisiche che verbali nei confronti dei figli ma anzi continue "umiliazioni", non sono una cima, ma sicuramente il fatto che mi sia stato ripetuto in modo continuo dalla giovane età non mi ha aiutato a migliorare). Mi trovo a 23 anni a capire la maggior parte delle mie lacune affettive nei confronti di chi mi sta accanto, la mia difficoltà nel contatto fisico ma anche di espressività emotiva nei confronti delle amiche. Solo che io non sono così, sento di essere una fiamma ardente, non mi voglio abbassare al loro standard di vita. Amo viaggiare, amo la mia indipendenza. L'unica dei 3 che vivrebbe dall'altra parte del mondo. Cosa posso fare? Vorrei andarmene perchè i miei non mi fanno bene, mi limitano, mi svalutano. D'altra parte provo un senso di colpa perchè in fondo mi hanno cresciuta con tutti i mezzi a loro disponibili, e lasciarli dimostrerebbe menefreghismo da parte mia. Chiedo un parere, anche per viverla un pò meglio finchè non ho i mezzi per andarmene da casa.

Gent.ma Elena

Comprendo il malessere e disagio vissuto in famiglia, dalla sua descrizione emerge certamente il bisogno di automia ed indipendenza rispetto ai suoi genitori, per liberarsi dalle influenze della loro cultura, valori, ecc.... Il desiderio di cambiamento è in linea con la sua evoluzione, con i suoi bisogni, anche se la nostra cultura ipotizza che l'ultimo figlio "faccia da bastone " per gli anni a venire dei genitori: Forse si sente in parte imprigionata... non riesce a distaccarsi dai suoi....ma dall'altro è difficile un confronto ? Da un lato, si rileva il bisogno di andare, dall'altro, il senso di colpa influenza il dover restare. Una doppiezza che meriterebbe di essere esplorata in un percorso breve di psicoterapia per armonizzare un conflitto interiore.

Le auguro di farsi aiutare per prendere consapevolezze di parti fragili umane, ma sopratutto per fare una scelta sentita.