Dott.ssa Cinzia Cefalo

Dott.ssa Cinzia Cefalo

psicologo, psicoterapeuta, psicodiagnosta, consulente tecnico di parte

che cos'è e come riconoscere l'agorafobia

La parola agorafobia deriva dal greco e significa letteralmente paura della piazza (agorà = piazza).

In realtà si tratta di un disturbo di ansia che si manifesta  nella paura non solo di trovarsi in spazi aperti, come appunto può essere una piazza, ma anche di frequentare luoghi chiusi quali ascensori, gallerie, ecc.., nonché nel timore di utilizzare i mezzi pubblici, di stare tra la folla o, al contrario, di uscire da soli.

Tali situazioni provocano intense reazioni di terrore ed angoscia nel soggetto che si trova a vivere sintomi fisici, come palpitazioni, sudorazione, senso di soffocamento, ecc.., e psichici quali vissuti di forte disagio ed intense sensazioni di smarrimento, estraneità e depersonalizzazione.

La  persona non si sente al sicuro, avverte di essere priva di protezione, in trappola e senza via di uscita e prova un irrefrenabile bisogno di scappare.

Il timore principale dell'agorafobico è, infatti, l'impossibilità di fuga dal contesto e/o di essere soccorsi in caso si trovasse in difficoltà e ne avesse necessità.

Pertanto, l'individuo evita accuratamente ed attentamente le situazioni per lui altamente ansiogene, con forti ripercussioni nella vita di tutti i giorni: ad esempio sta spesso chiuso in casa, non esce se non accompagnato, ha difficoltà a svolgere semplici mansioni quotidiane come fare la spesa in un supermercato, recarsi al lavoro da solo, ecc..

Il funzionamento del soggetto risulta gravemente compromesso in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

Secondo il DSM 5, il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali, la paura, l'ansia e l'evitamento appaiono sproporzionati rispetto al reale pericolo, sono persistenti e durano tipicamente 6 mesi. Essi causano, indubbiamente, un disagio clinicamente significativo nella persona.

La diagnosi di agorafobia è consentita quando i sintomi, sopra detti, non sono spiegati da altri disturbi mentali quali, ad esempio, quello d'ansia sociale o di separazione, quello ossessivo-compulsivo, quello da stress post-traumatico o fobie specifiche situazionali.

L'agorafobia può svilupparsi, tuttavia, in concomitanza  di altre condizioni mediche (ad es. malattia di Parkinson) o di un disturbo di panico.

Da un punto di vista epidemiologico sembra essere più frequente nelle donne rispetto agli uomini.

Le cause alla base del problema sono molteplici; concorrono, infatti, fattori psicologici (traumi e lutti infantili, condizioni di stress elevato, storie di dipendenza da alcol e droghe, ecc...), predisposizione genetica, alterazioni chimiche, ecc...

Il trattamento prevede, spesso, l'uso congiunto di psicoterapia e di farmaci.

In ambito psicologico si rivela particolarmente efficace l'approccio cognitivo comportamentale con l'utilizzo di tecniche di rilassamento.

Buoni risultati si ottengono pure con l'ipnosi.

 

 

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