Clara Camerino

Clara Camerino

psicologo, psicoterapeuta, consulente di parte

Come posso aiutare mia figlia che sta con un narcisista?

Sono la madre di una ragazza di 14 anni intrappolata da 9 mesi in una relazione poco sana. Poco sana nel senso che da quando sta con questo ragazzo non esiste più nulla se non c'è lui, Amiche non ne ha più, tutte allontanate da lui perché le ha fatto credere in ogni modo che volessero rovinare la loro relazione. Quando studia lo fa col cellulare in mano in quanto lui gli scrive in continuazione e se lei non risponde iniziano le solite discussioni. Quando siamo stati in vacanza gli deve comunicare ogni minimo spostamento e i vari orari come se fosse agli arresti domiciliari altrimenti si scatenano tempeste di messaggi e iniziano litigi che vanno avanti per ore e a volte per giorni. In tutto ciò mio figlia sta male, ma non riesce a prendere posizione ed essere un po' più di polso. Tra l'altro durante i litigi lei è come dentro ad un tornado dal quale esce sfinita e durante il quale non da più importanza ad altro. Io non ce l'ho con lei perché capisco che quando le prendono questi momenti soffre molto ma non voglio che mio figlia subisca tutto ciò. Ho paura per i suoi studi , per la sua vita, il suo futuro. Con il padre abbiamo già provato a parlarle spiegando che questi continui litigi, tra l'altro senza motivi reali ma solo per gelosia e possesso non li portano a nulla di costruttivo. Abbiamo spiegato a nostro figlia in tutte le lingue che deve prendersi i suoi spazi, vedere e farsi nuovi amici , ma anche se apparentemente sembra capire, appena vede lui resetta tutto. Cosa possiamo fare per aiutarla? Ha già detto più volte che se dovesse capire che lui la manipola chiude la storia ma subito dopo dice che lui non ha colpe che noi vediamo tutto sbagliato e che non è cosi. Come ci dobbiamo comportare, dire o fare?

Salve, capisco che come genitore la situazione sia di riflesso motivo di preoccupazione e sofferenza anche per voi. Sicuramente ogni relazione si regge su un equilibrio, seppur patologico, retto da entrambe le parti. Pertanto se lui è molto controllante, sua figlia ricaverà qualcosa da questo essere controllata, magari semplicemente la considerazione e senso di importanza che lei necessita, seppur i mezzi non siano affatto sani. In altre parole esiste un bisogno che la porta a vivere questo rapporto come una dipendenza che per quanto nociva, è difficile da interrompere. Probabilmente più che usare mezzi razionali e di buon senso volti a mettere in evidenza i limiti di questo rapporto avrebbe più senso chiederle che cosa le impedisce di porci una fine. Ovvero cosa la lega a lui. Allo stesso tempo, le suggerisco di prendere in considerazione l'aiuto di uno psicologo con cui sua figlia possa aprirsi e affrontare le questioni profonde che la spingono a cercare relazioni di questo tipo. Il problema va affrontato partendo da lei non da lui. Saluti