Mia figlia quando colora usa il nero

Salve,

sono una mamma di due bimbe, una di un anno è una di tre anni.

Ultimamente mia figlia di tre anni assume dei comportamenti inusuali.

Innanzitutto voglio subito precisare che mia figlia va a scuola materna dov’è in classe ha come insegnante mia suocera, lei non vorrebbe andarci, ma io insisto anche perché così socializza con altri bimbi, perché a casa è abituata a stare sempre con persone adulte.

Allora dicevo che appunto ultimamente assume dei comportamenti che mi fanno preoccupare: è ribelle su tutto quello che le dico, qualsiasi cosa gli dico lei mi dice che non la voglio bene e che voglio più bene alla piccola insomma dei comportamenti che prima non manifestava.

L’altro giorno stava colorando e ha preso il colore nero e mi ha detto che lo usa quando é arrabbiata.

Mia suocera a scuola ha notato questa cosa del colore nero.

Volevo sapere Come comportarmi anche perché ora mi alza anche le mani e io per punizione la metto nella culla dove gli dico appunto che deve riflettere su quello che fa.

Grazie per la vostra riposta.

Gentile Teresa,

è importante che i bambini vengano educati a esprimere e riconoscere le proprie emozioni, a validarle e a dar loro significato, in modo da diventare abili nel regolarle. Il ruolo cruciale in questo aspetto è svolto dalla famiglia perchè è all'interno delle interazioni familiari che ogni persona apprende o non apprende il linguaggio degli affetti e il contatto con se stessa. Sono proprio i genitori, con ciò che dicono e ciò che fanno a fornire ai piccoli una competenza, un'educazione emotiva che man mano si organizza, si consolida e si sviluppa, durando per tutta la vita.

Sua figlia dice di sentirsi arrabbiata e in merito a tale rabbia possono essere fatte molte ipotesi. La prima che mi viene in mente è che semplicemente la bambina provi un sentimento di gelosia nei confronti della sorella più piccola. Se così fosse, si tratterebbe di una fase del tutto naturale che spiegherebbe l'insorgenza dei comportamenti inadeguati in concomitanza con l'ingresso nella scuola materna (se effettivamente l'inizio può essere collocato in tale periodo). Selvaggiamente, si potrebbe dire che non voglia lasciarvi da sole o che pensi di essere mandata a scuola per raggiungere questo scopo. Queste però sono solo ipotesi.

Ciò che é importante invece è che lei si faccia promotrice del processo di validazione delle emozioni che ho descritto all'inizio. La reazione punitiva, anche se messa in atto per far fronte a comportamenti inaccettabili, non ha molto senso, oltre a rafforzare nella bambina la convinzione di non poter trovare in lei la comprensione empatica e la vicinanza di cui ha bisogno. Sintonizzandosi invece con i suoi stati d'animo, riconoscendoli e cercando di comprenderli, può innanzitutto placare la preoccupazione della bambina di non essere amata,  e potrà aiutarla per il futuro a scegliere la via delle parole per comunicare le frustrazioni piuttosto che quella delle mani e della ribellione. In una famiglia in cui le emozioni negative non possono essere manifestate e non vengono riconosciute, un bambino crescerà con la convinzione che quelle emozioni sono sbagliate e quindi vanno rimosse, non sentite, non "rese valide". Invece, le emozioni negative fanno parte del bagaglio emotivo di ciascun individuo ed emergono naturalmente dinnanzi a tutte le situazioni di vita che "non ci piacciono".

Un piccolo suggerimento: può essere utile ricorrere alla tecnica del messaggio-Io che mette in luce lo stato d'animo del parlante piuttosto che il difetto dell'altro. Quando la bambina mette in atto comportamenti inadeguati può:

1)dire: "Quando fai così io mi inquieto (oppure io mi sento...) perchè... (spiegare le motivazioni)" piuttosto che "TU SEI..." 

2)cercare insieme una soluzione di buonsenso

3)concludere in maniera positiva.

Non si tratta di una ricetta miracolistica però questa tecnica trasmette alla bambina che sono alcuni comportamenti a non essere accettati piuttosto che la bambina in toto. Inoltre, mettendo in prima linea ciò che lei stessa sente, fungerà da primo "esempio", insegnandole che quello che prova può essere comunicato e accolto, oltre che da allenatore emotivo. Infine, comunicando alla bambina come ci si sente di fronte ai comportamenti inaccettabili costituisce la strada più efficace perchè i comportamenti vengano modificati. 

 In bocca al lupo