Dott. Cristian Sardelli

Dott. Cristian Sardelli

Psicologo, Psicoterapeuta

Sono in un bivio cruciale

Buonasera gentili Dottori. Ho 38 anni e dopo qualche lavoro con contratti a termine sono 6 anni che lavoro per un'azienda importantissima, con ottimo stipendio, contratto e qualche benefit. Il problema è che di 6 anni sono almeno 2 anni che la vivo sempre peggio: prima per la mole di lavoro troppo eccessiva, adesso va leggermente meglio quello ma c'è una disorganizzazione che fa paura, il lavoro consiste praticamente nella risoluzione dei problemi.. Ora dopo una estenuante mia ricerca di altro finalmente ho tra le mani una invitante opportunità, certo con periodo di prova prima di indeterminato, stipendio un po' inferiore e più lontano da casa, ma con la possibilità di lavorare in un clima più sereno che è la cosa che mi preme di più (ho sofferto a causa del lavoro di insonnia e attacchi di panico). La condizione però è che vada da loro IMMEDIATAMENTE senza lasciare preavviso alla mia azienda che mi pagherebbero loro.. Io sono tentata ma ho un forte blocco nel comunicarlo alle mie due cape con cui ho un rapporto fin troppo stretto, poi loro specie a livello lavorativo contano tutto su di me caricandomi di responsabilità e per loro sono a dir poco fondamentale.. Non so cosa inventarmi e sono bloccata, avreste qualche suggerimento? Grazie mille

Gentile utente, un vecchio proverbio diceva: 'presto e bene non stanno insieme', questo per dirle che gli inviti incalzanti a procedere, specie non regolati da contratti scritti e firmati, in cui si dichiarano compiti e responsablità, sono per mia esperienza, spesso mendaci, quanto alla difficoltà di comunicare una scelta, ricordi che ciascuno di noi viene prima dell'altro ( tranne con i figli, se piccoli ), nel senso che non possiamo accudire qualcuno meglio di noi stessi a tempo indeterminato, senza patirne le conseguenze, ed ecco l'importanza dell'amor proprio, che non è egoismo.

Nel mondo del lavoro spesso incontro chi scambia il ruolo con la propria persona, la propria identità, ma anche un medico ha diritto a rispettarsi, al riposo, ad uno stipendio dignitoso. Dunque, cerchi di decidere con i suoi tempi, e di esternare come stà e come si sente, dato che, se pensa di cambiare per un impiego sotto pagato, non lo farà certo per lucro e questo, potrebbe far riflettere chi forse fino ad oggi ha abusato della sua generosa disponibilità, se lo palesasse.

Cordiali saluti,

Dr. Cristian Sardelli

Psicologo, psicoterapeuta