Dott.ssa Daniela Benvenuti

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Dott.ssa Daniela Benvenuti

Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense

Una madre che mi tiene prigioniera

Gentili dottori, è la prima volta che scrivo sul vostro portale. E lo sto facendo in preda quasi alla disperazione.. Ho 36 anni, sono sempre stata molto introversa e poco socievole, quindi il comportamento di mia madre non è mai stato troppo problematico. Finora.. Mi scuso se mi dilungherò ma non saprei come riassumere la cosa.

Premetto che ha avuto un infanzia non facile e un paio di volte, esaurimento nervoso. Inoltre deve spesso far ricorso a psicofarmaci e la nostra situazione economica nonché il posto dove viviamo, non aiutano.

Sin da bambina ricordo che ha alternato periodi in cui mi lasciava più o meno libertà ad altri, nei quali anche parlare con una mia amica, con la quale avevamo il terrazzo diviso solo da una rete, era un problema. Non voleva che le parlassi fuori, non la voleva in casa e non voleva che andassi io da lei, o che uscissi con lei sotto casa nostra.. Avevo circa 13 anni. Verso i 21 anni, mi recai presso una psicologa, per un periodo. Avevo avuto un problema agli occhi che mi aveva molto segnata.. L'unica volta che la dottoressa vide mia madre, disse che era come un marito verso di me e che era una persona a cui piaceva comandare.

Nonostante questo, vista la mia propensione a stare in casa e i pochissimi amici, le cose filarono abbastanza lisce.. Finché quasi 4 anni fa ci trasferimmo in una casa che con i tantissimi problemi che ci ha portato, penso abbia minato ancora di più la salute di mia madre.

Premetto che io non sono praticamente più uscita di casa se non per strettissime necessità e non si dire se questo abbia contribuito.

Per esempio, ho discusso con lei più volte per via.. Della doccia!
Mi fa spesso problemi come se non volesse che la facessi, per poi dirmi che ha paura che io muoia in bagno.

Se vado in camera mia, quando lei non ha nulla da fare, mi viene a cercare di continuo con scuse abbastanza insensate. Se faccio qualcosa, non mi permette di concentrarmi.

Ad ogni modo, conosco da più di 3 anni, solo virtualmente, un ragazzo, c'è stata subito una grande amicizia e siamo andati subito d'accordo. Tanto che, mia madre mi incoraggiava spesso a conoscerlo di persona.

E nonostante la distanza, è diventato il mio migliore amico. Solo che da poco anche altro e abbiamo deciso di fidanzarci. Dopo un mese senza problemi, mia madre ha iniziato prima con piccole scuse.. A non volere che uscissi. Poi, sempre peggio. Prima, per esempio, perché non voleva lasciassi i cani a casa, ho iniziato a portarli con me per non darle disturbo.
Ho fatto fare il tampone a questo ragazzo per farla starà più tranquilla.

Faccio prima tutto quello che c'è da fare in casa la aiuto e solo dopo aver finito, mi permetto di uscire 2 o 3 ore. Non sempre, ma saltuariamente.

Non vado lontano da casa, non le ho più portato in casa questa persona come lei ha chiesto, in breve la ho assecondata su tutto. Ma ho peggiorato le cose perché non potendo più usare queste scuse, ha tirato fuori molto peggio.

Iniziando una volta a dire che lui potrebbe stuprarmi o uccidermi

Un altra,usa la paura del coronavirus..

Un altra ancora che fa freddo e se esco deve tenere la porta aperta (non so il motivo), oppure ancora, che questa persona vorrebbe farsi mantenere. Ma noi non siamo assolutamente ricchi.. Anzi!

Ad ogni modo, ogni tentativo di ribellarmi peggiora le cose. E già difficile per me dato che le sono sempre stata molto legata, vedere in lei un cambiamento simile.

E diventata quasi perfida
Persino se sto male, non chiede nemmeno più informazioni. Mi fa dispetti e mi cerca solo se si annoia o non ha altro da fare..

E arrivata al punto di rinfacciarmi il fatto di avermi dato una mano nella procedura di stiratura dei capelli, e a dirmi che se non smetto di uscire con il mio ragazzo, devo andarmene di casa. Quando fino a pochi giorni fa, diceva che se me ne fossi andata sarai stata una str....

Purtroppo nega o afferma di non ricordare, le cose che non gradisce le siano fatte notare.

Simula malori durante le liti. E questo lo ho scoperto quando una amica mi suggerì di fingere una telefonata al 118..e lei stranamente non si sentì più male...

In tutto questo io sto soffrendo in modo indicibile. Non voglio fare una scelta ma nemmeno essere trattata così. Ho 36 anni e questo genere di problemi non dovrebbero esistere. Non peso sul bilancio familiare poiché riesci a comprare da sola ciò che mi occorre e anzi saltuariamente a dare una mano.

Ma non ho possibilità di prendere una casa, oltre a non voler davvero andarmene. Perché vorrei che potessimo andare d'accordo come prima. Ma senza dover rinunciare alla mia libertà e al diritto più che legittimo di avere un fidanzato.

E inutile dire che non intende vedere uno psicologo, anzi, spesso allude che io sia pazza e mi inventi le cose.

Certamente sono provata dalla situazione.. Ma se lei non si comportasse così, accusandomi di essermi messa contro di lei, che a suo dire mi lascia fare ciò che voglio e mi tratta come una principessa, per colpa di un uomo, tutto andrebbe meglio.

Perché è lei che si è messa a farmi la guerra. Non io..

Spero davvero che pubblichiate la mia domanda, e in qualche consiglio poiché la situazione è insostenibile.

Vi ringrazio anticipatamente.

Saluti.

Buongiorno, la sua lettera è emblematica e descrive una situazione di attaccamento estremamente disfunzionale di sua madre nei suoi confronti, da sempre. Di fronte alla scelta se realizzare la sua vita o abbandonare questo gioco perverso, lei come figlia non sa scegliere, o forse non può economicamente. Di certo operare una scelta la farebbe sentire una figlia indegna. Lei chiede come far cambiare sua madre, invece è lei che ha bisogno di comprendere che entrambe agite in maniera molto inconsapevole da sempre un rapporto disfunzionale in cui recitate un ruolo preciso dal quale nessuna delle due vuole uscire. Mai come in questo caso è indispensabile far affiorare alla sua coscienza tutto ciò che le impedisce di fare delle scelte utili alla sua vita e di iniziare finalmente a rescindere un cordone ombelicale che a 34 anni andava fatto da tempo. Come? Attraverso un percorso di psicoterapia adeguato. Buona giornata

domande e risposte

Dott.ssaDaniela Benvenuti

Psicologa clinica cognitivo - comportamentale - Neuropsicologa forense - Belluno - Padova

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