Dott.ssa Debora Govoni

Dott.ssa Debora Govoni

Psicologa, Psicoterapeuta psicoanalitica

1 elementare: perchè non vuole andare a scuola?

Gentili Dottori, mio figlio ha 6 anni, ha un fratello di 8 e una sorella di 14 mesi.

Dopo la prima settimana di scuola, in cui andava volentieri, da qualche settimana fa i capricci per entrare, devo trascinarlo di forza. La sua motivazione è che a scuola si annoia perché lo fanno solo disegnare e colorare e vuole rimanere a casa con me (io sono rientrata al lavoro dopo un lungo periodo di maternità).

Lui vorrebbe imparare subito a leggere ed a scrivere, ma non so se sia questa la reale motivazione o se ci sia qualcos'altro sotto, visto che è un bambino sensibile che spesso però fa sfogare le sue emozioni con eccessiva rabbia (ma mai a scuola o alla materna in passato).
E'difficile da gestire anche perché quando si ribella è molto forte e facciamo fatica a tenerlo. poi in classe tende a calmarsi e a seguire normalmente le lezioni e le maestre che dicono che è un bambino sveglio, fa tante domande.

Grazie per l'aiuto

Buonasera Cristina,

Immagino sia molto difficile per voi gestire momenti di rabbia e confusione così forti.
Quello che mi sento di consigliarle è innanzitutto di provare a pensare a cosa potrebbe essere cambiato all'interno del contesto familiare o scolastico rispetto alla prima settimana di scuola. Per esempio, lei quando è rientrata a lavoro?

Inoltre, le consiglierei di provare a individuare la motivazione di questo cambiamento insieme a suo figlio, evitando domande dirette sul “perchè?” o “come mai?”, poiché a quell'età risulta molto difficile per loro esprimere motivazioni precise ai loro comportamenti. Le suggerirei piuttosto di provare a capire, a tentativi, insieme a lui cosa possa averlo spaventato, o fatto arrabbiare. Per esempio con domande del tipo “ti sei forse un po' arrabbiato perché la mamma è tornata a lavoro?” “hai provato paura nel momento in cui ti ho lasciato a scuola dopo tanto tempo passato insieme io e te?”. In questo modo lei proverebbe ad avvicinarsi insieme a lui all'emozione provata e lo aiuterebbe a darle un nome, per poi poterlo rassicurare su quelle paure o difficoltà momentanee che stanno facendo crescere in lui così tanta rabbia.

Spero di esserle stata d'aiuto,
nel caso avesse domande o dubbi non esiti a contattarmi.