Dott.ssa Debora Govoni

Dott.ssa Debora Govoni

Psicologa, Psicoterapeuta psicoanalitica

Una figlia inesistente

Cinque gravidanze x concluderne solo due. Due figli cercati e desiderati sui quali desideravano riversare tutto l'amore che mai ho avuto ne' potuto dare provenendo da una famiglia ermetica d'affetto ed avendo trovato un partner arido ed insensibile.
La secondogenita, la femmina, tanto desiderata. Cresciuti praticamente con me in quanto x ragioni di servizio il padre lavora praticamente dal tardo pomeriggio.

Quindi mattina e pomeriggio loro a scuola, io in ufficio pronta ad aspettarli all'uscita per accompagnarli alle attività pomeridiane. Poi a casa tutti e tre e cena e coccole prima di andare a letto.
Crescendo lei si stacca e comincia a rispondere male, non toccare un bicchiere, peggiorare a scuola e nell'attività sportiva.
Sono io che mantengo queste attività come anche le scuole private. Infischiandosene altamente mia figlia compie alcuni gesti eclatanti che mi mandano in completa frustrazione.
Chiedo l'intervento del padre che, immancabilmente, prende le sue parti mentre, presente lei, mi rovescia addosso improperi di ogni tipo.

Anni di sopportazione cercando di fare continuamente sorprese (viaggi, abiti, accessori che spesso rifiuta senza nemmeno guardare) dimenticano le cattiverie di entrambi ed essendo sempre la prima che umilmente tende la mano.
Poche settimane orsono trovo una chat tra padre e figlia dove alternativamente mi definiscono pazza, dove lei gli ricorda che lui ha promesso che scapperanno insieme, dove lui le giura che la salverà da questa situazione, dove mi deridono se, successivamente ad un litigio, faccio finta di nulla e trattengo le lacrime Intanto lei continua a non spostare un bicchiere e restare con il telefono in mano quelle poche volte che è in casa in attesa di sedersi a tavola con il piatto già colmo.

L'altro figlio ha la sindrome di Asperger e quindi quando questa violenza verbale si scatena non interviene. Sono sola e incapace di reazione

Cara Cinzia,

immagino sia molto difficile sentirsi sola, dando e avendo dato sempre così tanto alla sua famiglia. 

Non è facile risponderle per mail, ci sarebbero tante cose da approfondire. In primis, il legame con la sua tanto desiderata bambina, che si mostra così sfuggente e distaccata e il rapporto con il suo compagno, che lei sente così "arido".

La prima cosa che le consiglierei è quella di potersi aprire e lasciarsi andare consultando una psicologa, ove poter portare tutta la sua frustrazione e la sua tristezza. Questo lo suggerisco perché un percorso possa aiutarla a ritrovare in lei quelle risorse che ad oggi si sente così mancare, ma che sono sempre state presenti.

La seconda cosa che le suggerirei è quella di provare ad aprire piano piano questa porta "bloccata" da sua figlia, parlandole in modo sincero, chiedendole apertamente in cosa non si sente capita, che cosa le manca: penso che anche per sua figlia non sia facile questa situazione e, spesso, crescere ed essere "ragazza" rende tutto più complicato.

La terza, ma anche il suggerimento più importante, è quello di parlare con il padre, spiegando che certe prese di posizione davanti alla figlia non sono utili, soprattutto per lei. È importante che la vostra ragazza veda in voi una coerenza, un pensiero condiviso (che a porte chiuse è sano sia da discutere insieme, confrontando i propri punti di vista).

È fondamentale sottolineare i bisogni della ragazza ma prendendosi cura anche, e soprattutto, di sè stessa.

Spero che la mia risposta possa aiutarla e confortarla in questo momento,

non esiti a contattarmi nel caso avesse dubbi o domande.

Un cordiale saluto