Sembriamo un nucleo monogenitoriale, il padre non partecipa

Buonasera, cerco di raccontare brevemente la situazione
Viviamo insieme da 7 anni, con due bambini: 3 anni e quasi 5 anni.
Dalla nascita del primo figlio i rapporti sono andati deteriorandosi: non voleva occuparsene in alcun modo, ma all’inizio dava la colpa alla cardiopatia del bimbo e quindi, secondo lui, ad un’eccessiva fragilità che dovevo gestire io (visite, ricoveri ed intervento compreso)
Dopo qualche mese di tregua emotiva desideriamo fortemente un secondo figlio e, seppur rimanendo freddo con noi “partecipa” alla gestione e cura della famiglia
Con l’inizio della pandemia, però, pur potendo prendere il congedo parentale si rifiuta di accudire i bambini, motivo per cui (con nido e scuola materna chiusa) mi trovo nella condizione di non poter lavorare per diversi mesi (ma fortunatamente essendo autonoma sono riuscita a riprendere almeno solo la mattina non appena hanno riattivato i servizi per l’infanzia)
Da lì la relazione con me e i bambini inizia a precipitare: non gioca con loro, li allontana, mi lascia il carico di gestire nell’interezza le loro attività, le visite del grande, le spese (abbiamo conti separati), la casa, ribandendo più volte che viveva meglio quando non c’eravamo.
Ha sempre rifiutato l’idea della terapia di coppia, pur notando lui stesso che anch’io inizio ad allontanarmi.
Mentre per il lavoro (quando la scuola è chiusa) e la spesa riesco ad organizzarmi grazie ai miei genitori che badano a loro come se fossero dei figli, mi trovo in difficoltà nel gestire le emozioni dei bambini nei confronti del papà
Prima, forse complice il fatto che fossero più piccoli, non ci facevano caso, ora invece spesso non interagiscono più con il papà anche se tento di organizzare qualcosa insieme, e quando siamo soli mi dicono che è “un monello” perché non sta con loro e passa il tempo con la PlayStation o dormendo.
Io inizio a sentire il peso di questa insofferenza e del carico del gestire una famiglia da sola, tanto da star valutando seriamente di chiedere la separazione, ma non so come spiegare loro questa situazione
I bambini sono sempre solari e ben disposti quando propongo (o le maestre propongono a scuola) giochi, attività o anche solo un momento di coccole, ma quando fanno giochi di ruolo tra loro ignorano la figura del papà, oppure quando verbalizzano le loro emozioni mi dicono che sono arrabbiati con lui.
Come spiegare perché il papà non gioca con loro o non li abbraccia, senza ferirli?
Sono intimorita a chiedere la separazione perché da una parte temo che lui semplicemente sparisca, e dall’altra temo che la loro rabbia nei confronti del padre possa inficiarne uno sviluppo sereno se non so come “incanalarla” in modo costruttivo.

Gentile Federica,

nella sua descrizione della situazione emergono molto chiaramente i suoi vissuti di difficoltà e preoccupazione, soprattutto nei confronti dei suoi bambini. Lei sembra aver dedicato molto tempo nel riflettere sulle condizioni del suo nucleo famigliare e, altresì, alle decisioni da prendere per poter trovare una nuova serenità per se stessa e i suoi figli, che iniziano ad avere un'età nella quale comprendono maggiormente i ruoli e le dinamiche all'interno del contesto domestico. Mi pare di capire quindi che ad oggi ciò della quale sente la necessità sarebbe un sostegno e/o un accompagnamento, in particolare nella comunicazione di tali riflessioni e scelte ai suoi bambini. Come psicologa, posso dirle che nonostante le normali reazioni emotive che possono seguire una separazione genitoriale o dei cambiamenti nei rapporti tra mamma e papà, che possono essere anche molto differenti (dalla rabbia, alla tristezza, alla preoccupazione, ...), se seguiti in questa fase di elaborazione e significazione degli eventi in corso, i bambini possono riuscire a superare i vissuti negativi e trovare un nuovo equilibrio, ridefinendo anche i rapporti con mamma e papà, che andrebbero sempre mantenuti, laddove possibile (nonostante le difficoltà che lei ha ben descritto).

Ciò che potrei suggerirle è che, nel caso avvertisse il bisogno di un supporto in questa fase molto delicata, a consulenza di un professionista potrebbe accompagnarla e aiutarla nell'affrontare le difficoltà connesse al suo ruolo di moglie e madre.

Cordiali Saluti

 

Dott.ssa Decla Vivolo

Psicologa