Dott.ssa Elena Gualdani

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Dott.ssa Elena Gualdani

psicologo, psicoterapeuta, consulente tecnico, mediatore familiare

Come recuperare la genitorialità?

Buongiorno, sono la madre di un ragazzo di 18 anni con il quale il rapporto è ormai interrotto.
Mi sono separata dal padre quando aveva 8 anni e da allora il padre è sparito, dapprima senza provvedere al figlio in alcun modo e successivamente è riapparso nella vita del proprio figlio, solo dopo essersi creato una nuova famiglia con altri 2 figli.
Non ho mai ostacolato il rapporto tra padre e figlio, ma pochi mesi fa mio figlio ha deciso di non vederlo mai piu e di non avere rapporti con lui.
In questi lunghi anni ho provveduto da sola al suo mantenimento, chiedendo supporto alla mia famiglia (mia madre) a tenerlo nel tempo in cui ero impegnata al lavoro e durante le vacanze estive.
Non ho mai avuto un buon rapporto con mia madre e neanche con mio fratello, figlio ovviamente amato in quanto maschio, e non ho mai condiviso il loro pensiero fondato sul fatto che i soldi rendono una persona vincente ed il possedere rende qualcuno migliore .
Mio figlio è stato sempre inondato di regali superflui e anche dannosi (videogiochi e quanto altro) al punto che il mio rapporto con lui è sempre stato conflittuale perchè dovevo togliere cio che veniva dato direttamente a lui e tentavo di educarlo su altri valori, non condivisi nella mia famiglia.
Mio figlio è arrivato ad essere violento con me in piu occasioni, proprio per i no che con forza difendevo.
L'episodio culminante è stato un mese fa: premetto che il ragazzo ha uno scarso rendimento scolastico (assieme a comportamenti inaccettabili a scuola e mancanze di rispetto verso compagni ed insegnanti) ed anche per questo (oltre al suo comportamento aggressivo in casa), pur avendo preso la patente di guida, ho detto categoricamente no all'acquisto di una auto, limitando il suo utilizzo della mia sporadicamente.
Avrebbe avuto la disponibilità dell'auto una volta dimostrato di essere maturo e responsabile, volevo provasse a conquistare un privilegio con le sue forze.
Le cose iniziavano ad andare meglio tra noi ed anche nel contesto scolastico, il ragazzo riusciva ad accettare i no senza discutere, ma attraverso il dialogo ed il rendimento migliorato.
Mia madre e mio fratello vedendo questo distacco da loro e avvicinamento a me sono intervenuti acquistando un auto senza consultarsi con me e regalandola direttamente a lui.
Da allora mio figlio ha iniziato di nuovo i suoi atteggiamenti, il rendimento a scuola disastroso ed è molto agressivo; al mio essere indisaccordo su questo ultimo non richiesto, immeritato ed inutile dono, mi ha comunicato che fintantochè non mi fossi calmata accettando la situazione andava a vivere a casa della nonna.
A quel punto l'ho pregato di restare li e pochi giorni dopo gli ho inviato un messaggio in cui gli dicevo che la casa è sempre aperta cosi come le mie braccia, è libero di scegliere ma se decide di tornare deve accettare e rispettare le regole che verranno negoziate assieme senza nessuna interferenza,
Nella nostra casa si vive di cio che si ha, si chiede magari aiuto se serve, ma non ci sono regali o concessioni di nessun tipo, se non concordate assieme e per ultimo non ho nessuna intenzione di avere rapporti con persone come i miei familiari.
Mio figlio non mi ha risposto e comunque ha deciso di restare a vivere dalla nonna.
Dice a tutte le persone che incontra che l'ho cacciato di casa rafforzato da mia madre che lo compatisce e lo asseconda, dipingendo me come madre snaturata e non interessata al proprio figlio, la sola persona che lo ritiene importante è lei.
Ora sono immobile, resto ferma nella convinzione dell'essere dalla parte del giusto e assecondando un comportamento sbagliato farei ancora piu male a mio figlio, ma allo stesso tempo sono disperata perchè lo sto lasciando in balia di persone che possono attraverso parole e doni convincerlo che io sono una madre degenere.
La paura di perdere per sempre mio figlio mi sta logorando e non riesco ad immaginare la mia vita senza avere contatti con lui.
Ho iniziato un percorso terapeutico, un anno fa lo iniziai con lui, ma mia madre lo convinse a smettere perchè la "matta " ero io e dovevo curarmi io.
Non so piu cosa fare!
Grazie

Cara signora l'unica cosa che mi sento di dirle è che noto dal suo modo di scrivere che lei si schiera categoricamente contro i suoi familiari, senza concedere loro delle attenuanti. E' vero che il loro atteggiamento è sbagliato nei suoi confronti, perchè non dovrebbero interferire nel suo modo di educare suo figlio, ma la vorrei far riflettere sul fatto che forse loro si sentono esclusi dalla sua di vita e cercano in qualche modo di ricattarla attraverso suo figlio: è come se lo tenessero in ostaggio nella speranza che lei cambi idea su di loro, quindi il fatto di tagliare i ponti è contro producente. Suo figlio in tutta la vicenda non è il vero protagonista, ma solo una pedina che tutti cercate di muovere e che giustamente, sentendosi confuso, si allea con chi gli garantisce più privilegi. Secondo me per venirne a capo bisogna guardare la situazione da un'altra angolatura e cercare il confronto diretto con sua madre: badi bene confronto, non scontro. Voglio dire che forse qualcosa di buono sua madre può averlo fatto e se lei glielo riconosce potrete avere un punto di incontro per ricominciare a dialogare: così suo figlio vedrà che lei non è la figlia pazza e degenere che abbandona la propria madre e il proprio figlio e pian piano si potrà riavvicinare. Solo quando avrà risolto i nodi cruciali con sua madre potrà riconquistare suo figlio. D'altronde ciò che facciamo coi figli lo abbiamo imparato dai nostri genitori, quindi cerchi di vedere in cosa siete simili lei e sua madre e in cosa vuole essere diversa. In questo tipo di vicende è utile rivolgersi ad un terapeuta specializzato in terapia familiare.