Dott.ssa Elena Gualdani

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Dott.ssa Elena Gualdani

psicologo, psicoterapeuta, consulente tecnico, mediatore familiare

Situazione complicata: sono apatica, non ho aspettative, passioni. Non so cosa voglio dalla vita.

Buongiorno. Chiedo un consiglio per la mia situazione.
Contesto: ho 27 anni, figlia unica. Sono orfana di padre dai 14 anni e a 25 anni ho perso anche l'unica nonna. Unica parente mia mamma con cui ho un rapporto complicato.
A parte questo background i miei mi hanno cresciuto in modo un po' arido, più preoccupati di avere una figlia perfetta che una figlia felice. Doveri e regole non sono mai mancati, anche prese in giro e umiliazione per non essere mai all altezza (x i miei il livello giusto era il loro, tutto il resto non lo comprendevano e lo derideravano). Non erano un grande esempio di coppia felice, mio padre era geloso di me, non ha mai detto a mia madre "Ti amo", mia madre ha sempre avuto un amore malato per mio padre, una mania che l ha portata a sacrificarsi sempre per lui.
Dopo la mancanza prematura ed improvvisa di mio padre (dai miei 14 anni) mi sono ritrovata con una mamma dura di carattere, molto pratica, poco tollerante, attaccata ai soldi, per niente socievole (ha tagliato i ponti con i parenti cmq lontani fisicamente xk abitano in altre regioni) piena di paure e schemi mentali che mi ha inculcato. Ho discusso per anni con lei, ogni cosa è stata una guerra ed io che sono caratterialmente più sensibile e dolce ne ho sempre sofferto xk mia madre non è mai stata un appoggio per me ma sempre un ostacolo.
Ad oggi mi ritrovo ad essere una persona apatica, fredda con zero autostima, piena di insicurezze, arrabbiata con mia madre e con il mondo. Mi sento sola e abbandonata (nel senso di imcompresa oltre che sola fisicamente), sono molto critica nei miei confronti soprattutto e cerco sempre l approvazione degli altri. Non mi piaccio e non riesco ad accettarmi.
Da un annetto abito da sola e questo mi ha aperto gli occhi sulle mie carenze emotive: sono fidanzata da 8 anni (lui 34 io 27 anni) eppure ho sempre creato disagi e litigi, ho un ragazzo meraviglioso che ha sempre avuto molta pazienza con me, mi ha sempre rispettato eppure non riesco ad apprezzarlo come dovrei. Mi ha incluso nella sua famiglia totalmente opposta alla mia, da loro c'è sempre un posto a tavola e si condivide tutto. Ciò che ho passato da succube con mia madre ora lo ripropongo come carnefice al mio ragazzo. Non riesco ad essere tollerante nè comprensiva, non riesco ad immaginarmi un futuro (questo indipendentemente da lui, non so proprio cosa voglio dalla vita) non ho passioni nè stimoli. Sono stata solo in grado di compiere i doveri che mi hanno inculcato (studiare, laurearmi, trovare un lavoro fisso, uscire di casa). E ora che ho una sicurezza economica (almeno per il momento) e una vita da adulta mi sento poco più di una bambina emotivamente parlando.
Mi preme trovare una soluzione con il mio ragazzo: sono ormai mesi che non sto bene, piango di continuo e sento di non provare i giusti sentimenti nei suoi confronti, non vorrei farlo soffrire ma in realtà così facendo stiamo male entrambi. Sono così insicura che non comprendo le mie emozioni, non riesco ad essere felice xk lui non è quello giusto o xk non sono una persona risolta? non riesco a pensare al futuro xk lui non è il mio futuro o xk io sono bloccata nel passato ? Continuo a litigare con lui: sto inconsciamente boicottando la nostra storia o non riesco ad uscire dagli schemi di mia madre?
Ciò che ho scritto è un riassunto, ci sarebbe altro da dire. Spero di essermi spiegata e ringrazio anticipatamente per le risposte
Buona serata a tutti

Gentile Marianna l' analisi che fa della sua situazione mi sembra molto precisa e anche competente, non so se perché ha delle competenze in materia o perché è già stata in terapia in passato, comunque mi sento di rispondere ad alcune sue domande .

In base a ciò che ho letto direi che il suo comportamento ricalchi molto quello di sua madre e continuerà ad essere così finché non riuscirà a prendere le distanze da lei, o come dice lei stessa ad essere risolta. Ciò significa riuscire a vedere dietro sua madre, la donna che si nasconde, capire i suoi errori, smettendo di giudicarla e criticarla e soprattutto perdonare le sue mancanze e gli errori commessi come madre. Se riuscirà a fare questo cambierà il rapporto che ha con sua madre, ma anche con sé stessa e gli altri. Per fare tutto ciò di solito serve una psicoterapia, da soli è veramente molto complicato, quindi le suggerisco di contattare uno psicoterapeuta ( magari ad orientamento sistemico), in modo da riuscirci in tempi brevi.

La auguro buona fortuna e rimango a disposizione per eventuali chiarimenti.