Senza lavoro, 22 anni, suicidio?

Salve,
ho 22 anni, ho studiato informatica la mia passione.
Sono stato a Londra per circa un anno dove ho lavorato come cameriere prima del Brexit, mi sono innamorato (in Italia mentro ero in vacanza) di un ragazzo, ritorno per lui, faccio coming out ai miei, che fanno difficoltà ad accettare, oggi è ok ma non ne parliamo.

Infine rompo con quel ragazzo, troppe bugie e tradimenti.
Da Allora la mia situazione lavorativa e personale è completamente precipitata...
Per alzarmi un po' moralmente decido di andare in palestra (pagata con i miei risparmi), le cose migliorano.. ma ancora una volta a inizio a Gennaio ho una brutta discussione con mio padre per la mia situazione senza lavoro, volano brutte parole, e bene mio padre mi da uno schiaffo da farmi girare la testa (preciso che non ho detto nessuna brutta parola, ma aveva semplicemente spostato il braccio di mia madre dalla mia faccia per difesa), mi sputa in faccia e io dalla rabbia e tremore sono uscito di casa.

Non è la prima volta che mio padre si "sfoga" per bene su di me, quindi sotto un certo senso sono abituato.

Mio padre dopo quel periodo perde anche lui il lavoro, e finalmente si calma nei miei confronti..

Ormai non vado più in palestra nonostante continui a pagare, il mio morale è sotto zero.
Grazie a mio zio, mio padre riprende a lavorare ed ecco che la situazione precipita di nuovo.

Stavolta mio padre e mia madre mi dicono che non sono in grado di fare nulla, che altri alla mia età hanno tutto e io non ho niente, che sono come un figlio drogato o malato, DISABILE perché non ho un lavoro.

Nonostante le difficoltà cerco di riprendere in mano l'auto (avevo la patente ma non guidavo perché una volta beccai uno specchietto).
Mi metto sull'auto e un po' con l'aiuto di mia madre ci riesco, oggi finalmente guido senza problemi.

Finalmente allargo anche la zona per la ricerca del lavoro, sto mandando CV ovunque, dando priorità alla mia passione l'informatica, inoltre sto valutando anche domande fuori dal mio paese, in tutt'Italia.
Mi sono iscritto a un gruppo su Facebook per la ricerca del lavoro ho lasciato il mio annuncio,
ogni mattina la dedico alla ricerca del lavoro, controllo i siti come subito, indeed.

Ma per i miei genitori non valgo nulla, e che stranamente sono l'unico senza lavoro.

Mio zio mi dice che in un supermercato all'ingrosso cercano stagisti, bene ci vado immediatamente, porto tutto, il colloquio va benissimo (so parlare abbastanza bene, so come fare un buon colloquio), mi dicono di portare alcuni documenti e che avrei iniziato subito, bene, porto tutto e non si fanno più sentire. Vado lì a chiedere informazioni e mi dicono che devo aspettare la loro chiamata.

Torno a casa e mia madre mi dice che non so fare niente, che non valgo di nuovo nulla, che sono sfaticato e che doveva venire anche lei di persona per vedere.
Ma lei non me l'aveva assolutamente detto!!! Io gli ho detto che se non ci crede può andare e chiedere di persona della situazione.


Inoltre i parenti hanno avuto sempre da dire anche sul fatto che non portavo l'auto, ora che ci sono riuscito tutti stanno zitti.
Alcuni parenti giudicano e anche pesantemente, e ovviamente i miei genitori non dicono nulla, anzi vengono a riferirmi.
Però questi parenti non hanno il coraggio di dirmi in faccia le cose, anzi mi chiamano quando hanno bisogno di aiuto con il computer/smartphone che sia.

Inoltre i miei pensano che a Londra io abbia fatto una vacanza o prostituzione (secondo mio padre), in realtà mi svegliavo tutte le mattine alle 5, e c'erano giorni dove venivo a mezzanotte e decisi di lavorare anche il giorno di Natale! perché ero solo!!
Non avevo tanti soldi, e quei pochi che avevo li spendevo per mangiare (ero dimagrito tanto)
Mia madre prima di partire mi diede 1000 euro, io non li volevo , alla fine stupido sono stato perché oggi mi rinfaccia quei mille euro, un mio amico mi disse che comunque erano pochi per partire ma alla fine riuscii lo stesso.

Mi sento soffocare, sono una persona che in apparenza può sembrare forte, ma è semplicemente una maschera.
Mi viene da piangere ogni santo giorno, mi sento morire dentro, perché vorrei soltanto un lavoro senza essere sfruttato come una bestia, mi viene l'ansia a pensare che le parole dei miei genitori e dei parenti possano trasformarsi in realtà.
Ho paura perché non ho nessuno, e da solo cerco di rialzarmi ma faccio difficoltà nel trovare la felicità in un giorno qualunque.

Nel mio paese in questi mesi ci sono stati due/tre suicidi e sinceramente ci penso anche io spesso.

All'età di 17 anni pensavo di suicidarmi per l'essere gay, pensavo di gettarmi da un palazzo ma la paura ha sempre avuto la meglio e anche perché pensavo alle conseguenze del suicidio...
Pensavo e poi se finisco come nel girone di Dante? Condannato per sempre? e se soffriranno i miei genitori dopo la mia morte? e se sopravvivo all'impatto?

In quello stesso periodo capitaii su un sito dove offriva il suicidio assistito, alla fine lasciai perdere tutto.

Oggi mi ritrovo di nuovo a pensare al suicidio,
mi sento terribilmente vuoto, odio tutti a prescindere, non mi fido più di nessuno solo di me stesso.
Non cerco più il ragazzo, non lo voglio , ci ho messo tanto e ora sono stanco.. (ma forse dentro vorrei ancora,,,)

Non capisco perché sto vivendo la mia vita così,
in cosa io abbia sbagliato per meritarmi tutto questo,
ammetto che anche io ho sbagliato nei miei genitori usando alcuni termini ma purtroppo quando mi sento ferito dentro cerco di difendermi e sbaglio anche io.


Mio padre non mi ha mai chiesto scusa per nulla

Io continuo con il mandare CV,
ma la pressione che sento addosso è pesante e non so se posso resistere..
Ho tre scelte:
1- Suicidio
2- Partire per un altro posto in Italia senza nulla
3- Continuare a vivere in questa situazione

Ciao Alessandro,

ti offro una quarta risposta: prendere in mano la situazione, anche chiedendo aiuto a qualcuno che ti sostenga nel farlo, e tirarti fuori da questo stato di immobilità in cui ti trovi. Alcune cose non dipendono da te, ma altre si, in questo momento mi sembri sopraffatto da tutto quello che ti circonda. Sono sicura però che hai molte qualità e capacità da “spolverare”.

Nelle tue parole per quanta sofferenza ci sia, mi arriva anche una grande voglia di vivere e di non farlo da solo.

Non ti arrendere e non demordere, ce la puoi fare.

Forza Alessandro!

In bocca al lupo per la ricerca lavoro