Dott.ssa Emanuela Presepi

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Dott.ssa Emanuela Presepi

psicoterapeuta, ipnologo, conduttrice di Biocostellazioni individuali e di gruppo

Il Gemello nato solo

Solitudine, senso di vuoto, ansia immotivata, difficoltà ad integrarsi in un gruppo, tendenza ad isolarsi, sono solo alcune delle caratteristiche delle persone che hanno perso uno o più gemelli e non lo sanno.

L'uso di strumenti ecografici sempre più sofisticati e un numero crescente di testimonianze raccolte da medici e pazienti, vanno nella direzione di dimostrare che esiste una percentuale di gravidanze multiple, attualmente stimata attorno al 30%. 

Un solo embrione continua il suo viaggio verso la vita, portando con sé una pesante memoria cellulare, quella della perdita e dell'abbandono subito, senza che l'evento possa essere rappresentato, ricordato, messo in connessione con la fatica del superstite ad affrontare la vita. 

Uno dei tratti salienti di queste persone è una forte attrazione per tutto ciò che è occulto e misterioso, in particolare le esperienze connesse alla morte e alla vita oltre la morte. E presente una grande sensibilità ed empatia nei confronti di qualsiasi essere vivente, specie se in difficoltà, sofferente, bisognoso di cure e di aiuto. 

Quando tutti gli sforzi compiuti risultano inefficaci a raggiungere l'obbiettivo,  la persona che tanto si è prodigata, cade in uno stato di prostrazione, accompagnato da tristezza, depressione e senso di impotenza.

Agli occhi di un osservatore esterno la reazione appare esagerata e in alcuni casi incomprensibile. Questa discrepanza fra l'evento e la reazione emotiva ad esso, è molto frequente nel caso della morte di un animale domestico,  questo lutto ripropone la perdita accaduta nel periodo prenatale.  

A complicare il quadro è la presenza di una forte rabbia che coesiste con un intenso senso di colpa, due sentimenti che rendono la vita molto complicata.

E sorprendente vedere come la vita di queste persone cambi radicalmente dopo aver preso di coscienza di questo "conosciuto non pensato". Qualcosa con cui  da sempre convivono ma a cui non erano riusciti a dare un volto e un nome.

La possibilità di sentire questo dolore, di dargli un senso, è una occasione preziosa per far ripartire un tempo bloccato, una vita sospesa, una promessa non mantenuta.  

Tutto diventa allora  possibile, si può ripartire riappropriandosi della propria vita e del proprio destino, dicendo finalmente  sì alla vita. 

Ciò a cui spesso assisto nel Gruppo di Biocostellazioni è la commozione, che diviene spesso struggimento, quando una persona, che aveva l'esigenza di scoprire l'origine di problemi affettivi e relazionali ricorrenti, contatta il dolore per il fratellino o la sorellina morto precocemente.

La ferita generata dalla perdita è tale da indurre nel superstite un inconsapevole bisogno di seguire il fratello o di cercarle nel partner, o espiare il proprio inconscio senso di colpa fallendo e non portando a compimento i propri progetti.

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