Dott.ssa Evelina Larcinese

Dott.ssa Evelina Larcinese

Psicologa, Psicoterapeuta

Soffro di continui stati ansiosi

Buonasera, sono una ragazza di 28 anni e da diverso tempo, direi qualche mese, soffro di continui stati ansiosi che mi tolgono il respiro e mi fanno stare un continuo stato di agitazione, in come se da un momento all'altro dovesse succedere qualcosa di brutto. Risento molto dello stress sul lavoro, il lavoro che svolgo e l'ambiente in cui lo svolgo mi sottomette spesso a continue tensioni, e il cervello mi ripete che quello che ho fatto è sbagliato, qualsiasi sia la cosa che faccio vengo poi afflitta da mille dubbi e dal terrore di aver sbagliato e di dover affrontare l'errore. Pur rendendomi conto a mente lucida che spesso e volentieri anche se ci fosse un errore non è nulla di vitale importanza non riesco a controllare questi stati d'allarmismo che mi colpiscono in qualsiasi momento, mentre sono a pranzo mi si interrompe il respiro e mi viene da piangere, o mi sveglio in piena notte e non riesco più a prendere sonno. Spesso mi accompagnano fitte al petto, come se avessi un peso e ho tosse da nausea. Riesco ad avere queste sensazioni anche per un giorno interno. E' diventata una situazione ingestibile per la mia incapacità di controllarla. L'unico aiuto che mi sono data in questo periodo sono le compresse di Valeriana e in casi estremi come la necessità di prendere sonno il Lexotan. Non so se questo è il miglior modo per affrontare la cosa. La ringrazio. Stefania

Buongiorno Stefania

 

È così sotto pressione che le manca l’aria!!

Le sue parole mi hanno fatto pensare a un pesce che vive in un acquario, ma ad un certo punto gli manca l’ossigeno disciolto nell’ acqua che estrae con le branche. L’ambiente forse è saturo di molecole di acqua e inoltre il pesce può avere qualche difficoltà nella funzionalità delle branche.

Il suo ambiente di lavoro è saturo di richieste; da quello che scrive non si comprende se sono richieste che vengono da lei, con una preoccupazione di fare tutto bene o come secondo lei andrebbe fatto o intorno a lei c’è una richiesta implicita di prestazione che l’ attiva a corrispondere a queste aspettative.

Questo ambiente/acquario saturo è espresso anche dalla sua mente che non procede più con naturalezza e fisiologicità, ma è assalita da tanti dubbi, dalla paura di sbagliare, di fare errori e la risposta che lei tende ad adottare è la tendenza a controllare ….  Ma controllare cosa? Un po’ tutto … i suoi stati fisiologici, la sua ansia interna e l’ambiente che l’ attiva e la preoccupa.

Sembra poi che la mancanza d’aria in questo ambiente/acquario, dentro e fuori di lei, ceda il passo alle lacrime, come se un qualcosa di doloroso finalmente possa emergere, attraverso l’ espressione del corpo. Un dolore o una tristezza, non consapevole e non accompagnata dalle parole. Sensazioni corporee, segni del corpo, ma non pensieri e non emozioni.

Il controllo a questo punto si inceppa totalmente, perché controllare certe volte significa reprimere e non conoscere o entrare in contatto, come certe volte permettono di fare le lacrime anticipatorie di una dimensione interiore della persona.

Allora rimane l’azione. La tisana o la pastiglia che la fanno dormire e così riesce a trovare pace per questa intensa dimensione conflittuale senza parole, pensieri ed emozioni che sente con il corpo ….. ma al risveglio tutto potrebbe ripresentarsi.

Forse potrebbe essere utile per soffrire meno iniziare a dare parole ai pensieri e alle emozioni che la preoccupano oltre le dinamiche lavorative.

Un cordiale saluto