Devo andarmene di casa?

Buongiorno, sono Martina e ho 21 anni. Vi scrivo perché ho bisogno di aiuto: da un paio d'anni ho un rapporto molto difficile con mia mamma, che lamenta di non vedere più la stessa Martina di prima, dice che sono cambiata (ovviamente in negativo), che non mi riconosce e non poche volte mi ha fatto capire (anche dichiarandolo esplicitamente) che non le piaccio e non mi apprezza. Quello che vedo io è una persona molto fragile, che attacca con aggressività per cercare di riprendere il controllo su una figlia che finalmente sta cercando l'indipendenza e che ha bisogno di rafforzarsi per riuscire a vivere da sola. Non mancano le occasioni in cui lei, per poter rafforzare la sua tesi, fa il resoconto di tutto ciò che è andato male nella mia vita, caricandolo di un'ironia molto cattiva che a me fa tanto male. Non solo parla del passato, ma afferma con una certa sicurezza che, secondo lei, la mia vita è destinata ad avere continui inciampi e grandi errori se decido di continuare così. Da mesi ormai non sento una parola di supporto, anche solo un gesto che mi faccia capire che, nonostante tutto, sono loro figlia e loro mi apprezzano per come sono. Ho l'impressione che, se non sono come loro vogliono che io sia, non mi apprezzeranno mai. E io avrei tanto bisogno di un sopporto, almeno quello dei miei genitori, perchè sono una ragazza con l'autostima sotto i piedi e sono anche molto fragile. Nonostante ciò, ho la forza di dire che quello che mia madre dice di me non corrisponde a quello che sento io, che penso di essere un'ottima persona. Detto questo, mi è stato caldamente e ripetutamente suggerito di andarmene da casa. Qualcuno ha un consiglio per me?

Buonasera Martina,

inizio dicendo che hai fatto un'ottimo passo nel chiedere consiglio, e quindi mi complimento con te.

Direi che la situazione che riporti non è da sottovalutare: accade che i rapporti con i nostri genitori, le figure di attaccamento più importanti, non si conformino a quello che ci si aspetterebbe in termini di vicinanza, comprensione e amorevolezza, e talvolta possono essere così lontani dalle nostre aspettative e dai nostri bisogni da farci quasi avvertire lo sgretolarsi del "terreno" sotto di noi, su cui pensavamo di poterci affidare, e da lasciarci disorientati, confusi, instabili.

Pur non conoscendo la tua storia, voglio rassicurarti che la forza di cui parli, che ti fa affermare di non corrispondere all'immagine distorta che percepisci ti venga rimandata da tua madre, è solo la superficie: possiedi in te risorse molto più vaste di quello che, com'è normale, senti di avere al momento, che aspettano soltanto di potersi esprimere.

La strada verso l'indipendenza, suggerita dalle persone che hai attorno, può essere considerata molto buona in astratto,
ma ti invito a considerare che, se seguita ciecamente e/o d'impulso, può comportare rischi importanti, mentre è consigliabile che venga preparata e accompagnata da una certa stabilità che da un lato consenta lo "slancio" in sicurezza, e dall'altro che garantisca una rete di protezione in caso di eventuali cadute.

È per questo motivo che, per fare chiarezza sulla tua situazione secondo un punto di vista più generale, e per coltivare una sana autonomia, ti consiglio di rivolgerti a un professionista del settore, ovvero uno psicologo e/o psicoterapeuta, cercando inizialmente un appoggio "comodo" sia in termini logistici (valuta le sedute a distanza) sia in termini di sostenibilità economica.

Incoraggiandoti nel perseguire questo tuo sano intento di prenderti cura della tua situazione, dei conflitti, e dei tuoi legittimi dubbi, ti mando un abbraccio e un in bocca al lupo.


Dott. F. Masino