Dott.ssa Flavia Barcherini

Dott.ssa Flavia Barcherini

Psicologa, Psicoterapeuta

Fidanzato violento

Salve, ho 46 anni separata con due figli, ho sofferto di depressione e ancora attualmente prendo le medicine datemi dal neurologo. Da due anni sto frequentando un uomo di 43 anni più giovane di me, io vivo con mia madre ed i miei figli, lui a casa dei suoi genitori. Da due anni che stiamo insieme ha lavorato come pasticciere solo 5 mesi, con la scusa del lockdown è da un anno che non lavora, ed io sopperisco comprandogli le sigarette metto la benzina, pago anche il caffè. Questa situazione per me è diventata molto pesante dato che io ho uno stipendio 2 figli un cane e arrivo a fine mese senza un soldo. Ho provato a dirgli che deve trovare un lavoro ma appena s intavola questo discorso diventa una belva. Non ho un auto ma utilizzo la sua che mi accompagna perché gelosissimo e si è fatto pagare l'assicurazione dell'auto. Fatto sta che l'assicurazione non l'ha ancora fatta ha inventato tante scuse che sta cercando una compagnia migliore, e ieri abbiamo avuto l'ennesima discussione. Perché gli ho rinfacciato che lui ogni mese mi costa 500 euro come minimo, si è infuriato mi ha chiamato in tutti i modi, e m ha detto che sono pazza attaccata ai soldi, mi ha tirato i capelli poi che sono una poco di buono, sentendo le sue offese mi sono ribellata e gli ho dato un morso sul braccio, lui con la mano sx m ha dato uno schiaffo fortissimo al volto ed ora ho tutto l'occhio viola con un dolore fortissimo. Gli ho detto che era finita tra noi per sempre ma lui m ha minacciato. Stamane m ha mandato un messaggio scritto che se il problema sono i soldi lui è disposto a vedermi anche una volta a settimana, io nn gli ho risposto. Chiedo un consiglio cosa devo fare, mi sento spaventata confusa. Grazie per la risposta.

Carissima,

vorrei aprire con una provocazione: vedendovi una sola volta a settimana lui le farebbe risparmiare dei soldi? Ovviamente non è questo il cuore della questione e non starò qui a dirle che forse lui sta vivendo un momento di debolezza e che se imparerà a gestire la rabbia il vostro rapporto potrà continuare. Non creda a chi glielo dice. Non voglio neanche spaventarla più di quanto già non sia ma credo sia giusto che lei prenda in seria considerazione la sua paura perché è piuttosto probabile, da quello che lei scrive, che si trovi davanti ad un uomo violento, un uomo che si avvantaggia del suo lavoro e dei suoi sentimenti e non si assume la responsabilità della propria vita. Lei potrà anche decidere di perdonarlo, avendo fiducia che quanto accaduto non si ripeterà ma invece è altamente probabile che succeda di nuovo. Gli uomini violenti si considerano spesso provocati e così giustificano i loro comportamenti aggressivi, le loro prevaricazioni ed anche le loro mancanze. Sono molto abili a ribaltare la situazione, facendo sentire sbagliata la donna, incerta delle proprie sensazioni ed emozioni, colpevole di aver provocato la reazione violenta. La gelosia è un modo per isolare la donna rendendola psicologicamente dipendente. Spesso gli uomini violenti dopo un’aggressione chiedono scusa, soprattutto le prime volte, promettendo che “non succederà più”, “è stato un momento”, è un periodo difficile”, “se solo tu non mi avessi detto” ecc.; magari per un certo tempo sono particolarmente attenti e seducenti, così si crea l’illusione che il problema non sia mai esistito, oppure è passeggero o dipende da altro, oppure che noi donne possiamo controllare la situazione, o peggio, che la loro aggressività sia una nostra responsabilità. Così si crea quella che viene chiamata la spirale della violenza, un circolo vizioso di oppressione fisica, morale e psicologica. L’uomo violento può arrivare a fare stalking e spesso minaccia sia la donna che la sua famiglia. Le aggressioni e le minacce sono denunciabili penalmente e possono fornire una misura del rischio a cui lei potrebbe essere sottoposta. Soprattutto se questa non è la prima volta che succede. Lei conosce il contenuto delle minacce ma credo che, al momento, la sua sicurezza sia la cosa principale. Io le suggerirei di rivolgersi alle forze dell’ordine e ad un centro antiviolenza della sua Provincia o Regione. Con le operatrici del centro potrà fare un percorso di decisione e potrà avere informazioni su eventuali vie legali. Un altro discorso si può fare sull’apertura della sua mail, ovvero che ha sofferto di depressione ed ancora prende i farmaci prescritti dal neurologo. Come mai lo scrive in apertura? Forse pensa che questo renda meno grave il comportamento di lui? Non è facile interrompere i rapporti, anche quando ci opprimono, ci mettono in pericolo o più semplicemente non ci soddisfano, non è facile per tanti motivi. Ma quando alla fine si trova la forza, si riacquista anche un miglior stato di salute psicofisica. Se invece il suo stato depressivo è precedente a questo rapporto, come sembra di capire da quanto scrive, magari le può essere utile affiancare al supporto farmacologico anche un sostegno diverso, più psicologico, per capire meglio cosa c’è dietro alla sua depressione o a quello che ancora la porta a prendere i farmaci, per trovare una rinnovata forza interiore e dire a sé stessa che è meritevole del meglio che la vita le possa offrire. Le auguro di prendere la decisone più giusta per lei, che la faccia stare al sicuro e che la porti a vivere con pienezza la sua esistenza. Buona foruna e buona vita