Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

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Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

Centro di consulenza Psicologica, Psicoterapia e ipnosi clinica

Ho problemi nelle relazioni sociali, come posso reagire?

Buongiorno, mi chiamo Marco.
Sono sposato da 30 anni, dopo il matrimonio sono sopraggiunti svariati problemi economici e non, che ci hanno costretto prima a spostarci dalla Lombardia a Roma e poi a  peregrinare nella provincia con diversi traslochi, che hanno acuito il mio problema.
Convivo con questo disagio da anni ormai, è iniziato lentamente e piano piano negli anni ho chiuso le porte a varie relazioni sociali, vecchie e nuove, riducendo le amicizie e chiudendomi in un introversione che blocca ogni possibilità di interazione sociale.
Non che da ragazzo fossi estroverso, ma comunque sia, non avevo difficoltà nel creare amicizie e nel coltivarle, ora mi ritrovo a non avere più nessuno vicino ed ho portato in questa situazione anche mia moglie. Durante nostre serate e WE ci trovano sempre soli ed incidono in maniera grave sul nostro rapporto, ormai non ci parliamo quasi mai, ognuno negli occhi dell'altro vede I problemi che ci accompagnano, le nostre paure per il futuro e la nostra solitudine.
Fortunatamente I nostri figli, ormai grandi, non hanno questo problema.

Gentile Marco,

avere una sorta di ripiegamento depressivo a seguito di numerosi traslochi è una condizione normale. Da quanto letto si denota però che tale situazione si è protratta per molti anni e ciò che l’ha condotta all’attuale condizione è il sommarsi di molteplici fattori che hanno innescato una spirale negativa con aspetti che si ripercuotono gli uni sugli altri. Ad esempio sembra quasi che sia stato portato a non intraprendere nuove relazioni, come se la perdita delle precedenti l’avesse condotta a evitare del tutto di stringerne di nuove, per paura di perderle nuovamente. Inoltre il problema relazionale sopraggiunto con la moglie, a seguito dei traslochi ai quali siete stati costretti per problemi economici e che vi ha condotto ad una vita da “pellegrini”, potrebbe derivare da un senso di colpa dovuto proprio a tale condizione. Chiedere una prima consulenza per inquadrare correttamente la sua condizione e valutare il percorso più opportuno da intraprendere è senza dubbio il primo passo da intraprendere (anche con il sistema sanitario nazionale , considerata la difficoltà economica, può contattare, ad esempio, il CPS di zona). L’eventuale percorso psicologico potrà servirle per fare riemergere le risorse necessarie per affrontare l’attuale e la futura condizione, e potrebbe coinvolgere successivamente, eventualmente anche la moglie,  nell’ottica della comprensione reciproca  e di sbloccare questa situazione in cui siete intrappolati.

 

Cordiali saluti,

Dott.ssa Balduchelli Laura e Dott.ssa Passoni Flavia,

 Centro Synesis Psicologia, Carnate (MB), Arcore (MB), Cagliari (CA).

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