Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

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Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

Centro di consulenza Psicologica, Psicoterapia e ipnosi clinica

Non so cosa non vada in me

Buongiorno.
Sono una ragazza ed ho 25 anni.
"Hai tutto ciò che si potrebbe desiderare dalla vita" è la frase che mi sento dire più spesso da amici e parenti, ma in realtà io non sono per niente felice.
Ho sempre avuto la strada spianata: ho finito l'università, laureandomi in tempo con il massimo dei voti in biotecnologie industriali un anno fa e poco dopo mi è stata offerta una borsa di studio in ricerca; ho una relazione stabile con una ragazza da 8 anni e conviviamo ormai da 5; ho una vita sociale soddisfacente, anzi mi descrivono come una ragazza socievole e solare, faccio sport ed apparentemente non dovrei aver nulla di cui lamentarmi.
Da quando ho 12 anni mi ossessionano vari pensieri riguardo l'insensatezza della vita, che vedo come un estremo affaticarsi verso il nulla e considero la morte come unica soluzione per trovare un po' di serenità. Mi capita spesso di uscire con gli amici, andare ad un concerto, viaggiare, giocare magari ad un gioco di società e ritrovarmi a pensare che in realtà non ha senso fare tutto questo, visto che stiamo soltanto cercando di vincere la noia mentre aspettiamo la fine. In realtà non solo per me non ha senso divertirsi, ma non ha senso nemmeno continuare a vivere, affrontare gli ostacoli di ogni giorno o realizzarsi in qualcosa. Tutti questi pensieri sono riuscita più o meno a contenerli dopo l'arrivo della mia attuale ragazza.
Prima della fine dell'università all'improvviso, in una conversazione tra amiche, ho capito che forse la ricerca in ambito biologico non fosse davvero ciò che avrei voluto fare nella vita, ma nonostante questo ho finito e mi sono laureata. Ora dopo un anno quella sensazione non solo è rimasta ma è diventata un abisso e sono ritornati in modo ossessivo i soliti pensieri che mi avevano accompagnato per quasi tutta l'adolescenza.
Aggiungo che penso di non aver accettato completamente il mio orientamento sessuale e nonostante abbia fatto tre sedute con uno specialista non sono riuscita a fare coming out con i miei genitori ed anche quello con mio fratello è stato difficile e quasi obbligato. Mi sento terribilmente sbagliata in generale, non voglio deludere i miei genitori o chi mi è affianco e mi sento terribilmente in colpa per questo. Ho pensato varie volte al suicidio, ma ciò che mi tiene ancora qui è soltanto il pensiero per la mia ragazza.
Sto cercando di aiutarmi da sola, ma non credo di riuscirci, visto che il mio umore è fortemente altalenante ed i miei pensieri incostanti e così difficili da districare, d'altro canto ho un po' di perplessità riguardo il successo di una possibile terapia in generale e di quella EMDR in particolare.

Salve Federica, lei racconta di una vita “con la strada spianata” mentre io la sensazione che ho leggendo il suo scritto è quella di una persona che ha dovuto combattere con pensieri angoscianti e con la delicata questione dell’accettare il proprio orientamento sessuale. Il fatto che lei si senta molto in colpa per il proprio orientamento sessuale, perché ha paura di deludere le persone a lei care, è una sensazione meritevole di particolare attenzione proprio perché molto delicata e riguardante l’accettazione della persona e del suo valore identitario. Per alcune persone accettare il proprio modo di essere è “facile” e più automatico, per altri invece è questione più delicata, che sia un’accettazione personale o familiare. “Aiutarsi da soli” molto spesso è faticoso e non sempre possibile. Un percorso psicologico con un professionista penso sia la strada giusta da intraprendere in questo momento. Al professionista potrà portare non solo le problematiche che ha condiviso su questa piattaforma ma anche la sua titubanza verso il successo di una terapia. Un bravo psicoterapeuta saprà maneggiare queste cose e trovare insieme a lei delle risorse che potranno aiutarla in questa delicata situazione. Tutte le terapie riconosciute sono valide, l’importante è la sintonia che si crea nella relazione terapeutica. I miei migliori auguri, un saluto.

 

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