Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

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Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

Centro di consulenza Psicologica, Psicoterapia e ipnosi clinica

emotività conflitti

Buonasera
Vorrei avere una vostra opinione in merito a questa dinamica tra me e il mio compagno.
Ho 36 anni e ho fatto molta terapia alla ricerca di una risoluzione a questo aspetto del mio carattere non per ultimo anche una terapia di coppia. Non so se non ho fatto il giusto percorso o se non ho ancora trovato la chiave per la risoluzione. Vi chiedo pertanto una vostra opinione e suggerimento.

Non riesco assolutamente a gestire le emozioni durante i conflitti. Ne durante ma soprattutto non riesco a gestire e "sostenere" i tempi di recupero che hanno le altre persone in particolare il mio compagno.

I conflitti avvengono spesso per una mia insicurezza, permalosità o paura. Poi io divento impossibile. Ho bisogno di chiarimenti infiniti anche ripetitivi (eppure non sono stupida) chiedo rassicurazioni e vengo travolta da una tempesta emotiva stranissima. Sono veramente depressa per cose che non meritano una simile drammatizzazione. Una rispostaccia una figura così cosi... insomma che sia perché temo l'abbandono o perché mi sento sbagliata entro in una specie di "sega mentale" infinita. Non riuscendo a farmi bastare nessuna risposta finisco con esasperare parlare per ore e infine avere degli attacchi di isteria non appena vedo il suo spazientirsi e aggredirmi nei toni. sono perfettamente consapevole che è un mio errore e che attivo delle risposte negative perché voglio che lui risolva con me attraverso il dialogo una cosa che dovrei risolvere da sola ma niente... E nessuno in questi anni di terapia è mai riuscito a individuare perché mi comporto in questi modo. Perdendo il controllo razionale e diventando dipendente quando nella vita sono una persona indipendente e piena di interessi. Talvolta (spesso) quando lui non è più disposto ad ascoltare le mie paranoie mi sono venuti episodi melodrammatici che io trovo un po' patetici e "folli" nei quali piango mi dispero tremo. Poi passa. A quel punto però lui per giorni rimane svuotato, a pezzi, distante e frustrato. Mi ama moltissimo e insieme abbiamo cercato nei libri da professionisti con il dialogo di capire perché solo incapace di gestire le emozioni durante un normale conflitto ma nulla. Quindi lui poi si allontana. E lì per me è ancora peggio. Vivo i giorni anche 5/6 di distanza che lui mette come drammatici. Lo supplico di smetterla perché per un tot di tempo riesco a vivere la mia vita ma la convivenza con tutto quel distacco per me è insopportabile. Mi riattiva quella roba li. lo incalzo di domande per sapere quando tutto tornerà normale, quando tornerà la serenità, lo informo che io così sto a pezzi e a dir suo lo presso e lo incalzo. Dice che si sente ricattato e costretto perche non è libero di vivere in silenzio i suoi stati d'animo in silenzio assoluto distacco e centrato su di sé per amor proprio. . Io lo capisco ma dopo 24 ore in questo sentirmi inesistente svalvolo e sento salire di nuovo quella tempesta e tutto ricomincia. Mi sento così in colpa e immatura. Ci sto malissimo perché capisco che ha diritto di prendersi il suo tempo e mi sento così scontenta di me per come sono egoista. Io voglio solo che gli passi perché non sopporto questo tempo sospeso.

Mesi felici e poi settimane in cui questo cane che si morde la cosa continua.

Qualcuno può aiutarmi?
Qualcuno sa dirmi di cosa si tratta? Ci sono soluzioni concrete? Perché con la psicologa ho sviscerato tutto, visto e compreso le pulci del mio passato ma ciò nonostante non ho risolto. Sono consapevole e impotente mentre accade e sto disintegrando la persona e la storia che amo.

Grazie a chi vorrà aiutarmi e mostrarmi una via.

Buongiorno Giulia,

la sua lettere denota una profonda consapevolezza in merito alle sue dinamiche interne ed esterne, probabilmente raggiunta grazie agli anni di terapia, ciò significa che il tempo che ha dedicato a se stessa non è stato tempo perso. Quello che posso consigliarle è di continuare nel suo percorso cercando di portarlo a una dimensione più profonda, emotiva e corporea, ricercando le radici delle dinamiche che descrive. Il cambiamento è sempre possibile, forse provando un percorso terapeutico diverso che la conduca a una maggior consapevolezza nel momento del conflitto, permettendole di modificare la sua risposta e integrando nuove procedure. Tutto ciò facendo leva sulle abilità che emergono dal suo scritto, senza colpevolizzarsi. La descrizione che fa del suo compagno è positiva, sembra essere un buon alleato e non una persona da cui ci si debba difendere. Forse dovrebbe identificare a chi si sta realmente riferendo durante i conflitti, senza perdere di vista la persona che ha davanti, chiedendosi anche cosa vuole dal suo futuro di coppia e quali sono i vostri progetti insieme.

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