Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

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Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

Centro di consulenza Psicologica, Psicoterapia e ipnosi clinica

Suicidio e altro

Salve a tutti, sto per raccontare in breve la mia vita, allo scopo di ricevere risposte che non sono riuscito a trovare. Utilizzerò un nome fittizio, mi chiamo Carlo, ho 21 anni, e da 3 anni a questa parte penso al suicidio, nell'ultimo anno ho tentato di togliermi la vita 2 volte, so che la terza non fallirò. Soffro di depressione da circa 10 anni, sono da sempre una persona introversa, questo a causa della mia orribile infanzia ,non mi va di raccontare i dettagli. Tutti coloro che mi conoscono mi considerano una persona dal carattere forte, solitario, strafottente, di bell'aspetto. Di questa depressione non ne ho parlato mai con nessuno, perché non mi va di mostrare agli altri la persona debole che sono, infatti, nonostante questa sia una lettera anonima, mi vergogno comunque a scriverla. Quello che mi chiedo è, se da queste parole, potete capire di quale patologia mentale io possa soffrire, oltre alla depressione. Praticamente da qualche mese a questa parte, il mio pensiero suicida viene sostituito dal desiderio di commettere crimini, i 2 pensieri si alternano più volte al giorno, e sento che sono arrivato al limite, non credo di resistere più di un paio di mesi. Ho paura di avere disturbi come il bipolarismo, borderline o personalità multiple...e questo mi fa male, perché mi reputo una persona piuttosto intelligente, dalla mente lucida, apparentemente...ripeto, ancora lo sembro, ma ho paura di non poter nascondere al lungo il mio problema. Più che consigli, dato che non mi rivolgerò mai direttamente da uno psicologo, vorrei chiarezza sull'alternare dei due pensieri citati sopra... probabilmente non mi sarò espresso in maniera corretta, ma spero che capiate il discorso. Ringrazio anticipatamente per l'eventuale risposta.

Salve, leggendo il suo breve racconto mi sono fatto l’idea che lei sia una persona molto riflessiva, che ha cercato e sta cercando di capire che cosa sta succedendo in lei, di dare un nome a ciò che sente. Lei stesso ha usato diversi termini “tecnici” riguardo alla psicopatologia, il che mi fa pensare che abbia cercato di farsi una sorta di autodiagnosi per poter spiegare cosa le sta succedendo. Purtroppo cercare di capire da autodidatti queste situazioni è spesso controproducente poiché serve una preparazione complessa. Da questo suo racconto si evince anche quanto lei soffra e che stia cercando di lottare, cercando di mantenere l’apparenza di una persona forte; non è possibile, tuttavia, effettuare una diagnosi accurata solo basandosi su un racconto scritto. Sull’alternanza dei suoi pensieri suicidari con quelli criminosi, così come per avere un quadro più completo e chiaro di tutta la sua situazione, l’unico modo è quello di rivolgersi ad un professionista e cercare insieme a lui le motivazioni nascoste che stanno alimentando tutto questo. Proverò comunque, per quanto possibile, a darle qualche consiglio: i pensieri sono esattamente questo, pensieri. Fintanto che l’azione non sostituisce il pensiero questo non può nuocere a noi o agli altri; purtroppo quando il contenuto di questi pensieri è “negativo” o “inaccettabile” o se questi pensieri sono intrusivi o percepiti come non nostri, possono dare molti problemi, come lei stesso sta sperimentando. È davvero difficile controllare e gestire i pensieri di questo tipo da soli, ed è facile venirne sopraffatti se perdurano per tanto tempo. È proprio qui che l’aiuto psicologico svolto da un professionista può entrare in gioco in maniera molto efficace. Se il motivo per il quale non sta considerando questa opzione come valida è la vergogna (dal momento che lei stesso ammette di vergognarsi del fatto di essere “debole”) stia sicuro che dall’altra parte troverà una persona in grado di aiutarla a comprendere ciò che le accade, senza giudicarla, in un ambiente protetto. Non si senta debole perché soffre, se avesse una malattia medica generica, si sentirebbe un debole? La invito a riflettere su queste mie parole, nella speranza di averle fornito qualche spunto utile; un caloroso saluto.

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