Buonasera Sonia. Prima di parlare dei trattamenti più idonei, le voglio dire che comprendo la sua voglia di aiuatare la pesrona che ama, di starle vicino, al di là dei pregiudizi e delle difficoltà . Tuttavia, vorrei chiederle se è cosciente e consapevole di cosa le attende. Questo certamente non per spaventarla, ma per farle capire che ci saranno giorni molto faticosi e frustranti, poiché curare la tossicodipendenza è un processo lungo e faticoso: due mesei sono davvero pochi. Ci volgiono anni di terapia per avre una stabilizzazione dell'astinenza e l'acquisizione di comportamenti sociali più adeguati.E riordi un aspetto importante: il cambiamento dipende da lui: è lui il responsabile della sua vita. Le dico questo in quanto il pericolo di molto familiari, specialmente delle compagne, è quello di divenire "crocerossine", sostituendosi in tutto e per tutto a loro, arrivando ad instaurare una vera e propria co - dipendenza, ovvero un comportamento di controllo sull'altro, talmente pressante, da dimenticarsi di se stessi, da annullarsi tanto da non ascoltare più i propri bisogni. Il co - dipendente sente di esistere e funzionare solo in funzione del dipendente. Può essere considerata una vera propria forma di dipendenza relazionale. Essere consapevoli di questo ci aiuta ad avere aspettative realistiche di cambiamento per l'altro: il suo compagno ha una storia di 20 anni di cocaina e non sono pochi. Ed è vero quello che dice: dietro all'uso di qualsiasi sostanza o della messa in atto di comportamenti compulsivi c'è sempre una persona, un'anima sofferente. E come ogni persona, le persone che soffrono di dipendenza (perché di malattia si tratta) hanno bisogno di riconoscimento, di amore, di qualcuno che si accorgano del soggetto che sta dietro alla sostanza, che si è smarrito. MA occorre che per primo questi inizi ad amarsi a cercare e chiedere aiuto, a non demoralizzarsi davanti alle ricadute, che non si aspettino un cambiamento in pochi mesi. Il suo compagno dovrà lottare e lei, se vuole, con lui, con amore e anche con fermezza se necessario e con onestà , comunicandogli ciò che per lei è inaccettabile. Per i trattamenti: la detossificazione, in effetti, è un metodo più veloce, ma riguarda prettamente una pulizia dei recettori sensibili alla gratificazione legata all'uso della sostanza. Ricrdi: un trattamento integrato, sia farmacologico che psicoterapeutico, è, secondo gli studi più recenti, il metodo più efficace anche se temporalmente più lungo. Un caro saluto. Cordialmente