Dott.ssa Francesca De Gregorio

Dott.ssa Francesca De Gregorio

Psicologo, Psicoterapeuta

Credo di avere un problema di philophobia che è paura di amare

Buongiorno, vi scrivo per capire se è possibile intervenire sul mio caso. Non sono mai stata da uno psicologoco perchè non mi va molto. Cmq credo di avere un problema di philophobia che è paura di amare. In pratica non ho mai avuto un fidanzato ma solo relazioni o con uomin sposati o impegnati. tutte le volte che mi innamoro di un uomo libero mi blocco, mi prende l'ansia, ho paura a lasciarmi andare, penso che mi possa fregare che mi voglia solo portare a letto e lo allontano. Adesso ho incontrato un uomo molto dolce e intelligente ma sto attuando sempre gli stessi meccanismi anzi peggio. Lui mi parla di famiglia di bambini e io reagisco male li ho anche detto che frequento altri per allontanarlo ma lui sembra restare. non riesoc piu' a dormire la notte mi sento sempre nervosa e irritabile ho un ansia terribile. sto tenendo nascosto a tutti la relazioni ma prima poi se continua questa cosa dovrò dirlo e mi crea l'ansia. Da una parte vorrei moltissimo avere una persona vicino ma capisco che è maggiore la paura poi di soffrire magari di attaccarmi e di perderlo o che mi abbandoni. capisco che l'uomo è attaccato alla donna fino a che questa sfugge ma dal momento che mi arrendo lo vedrò sicuramente scappare. E quindi come faccio? non so gestire questa situazione non so nemmeno cosa fare. se provo ad allontanarlo mi chiede spiegazioni, gli ho detto che non riesco ad avere legami e rapporti stabili e lui nn dice niente. so anche perchè sono cosi tutto deriva dal rapporto con mio padre. ma io non riesco a cambiare ci provo ma il mio corpo e la mia mente è come se andassero per conto loro. dico cose di cui mi pento subito ma oramai le ho detto, vorrei lasciarmi andare ma mi irrigidisco. adesso che ho trovato a 36 anni un uomo davvero ok non posso perdere questa occasione ma anche se vado in cura non risolverei è troppo tardi oramai. che mi consigliate di fare?
Buongiorno gentile utente, mi colpisce la sua affermazione finale: perché pensa che andare in cura ora “sia troppo tardi ormai?”. Dal suo racconto mi sembra di capire che forse proprio questo è il momento giusto. Finalmente sta sperimentando una situazione diversa da tutte le precedenti, nelle quali lei aveva l’illusione di controllare la relazione e l’altro, proprio perché impegnato e quindi non realmente disposto a legarsi affettivamente con lei. Ora, si trova ad affrontare una situazione completamente nuova, nella quale neppure le sue abituali strategie di difesa, come la fuga, le offese, sortiscono l’effetto che desidera …. C’è da chiedersi se è davvero quello che desidera? Una parte di lei esprime la voglia di fermarsi e vivere questa storia che sembra avere delle premesse importanti, perché a questa partedi sè sente di non dover dare voce? Comprendo che il disagio legato anche ai sintomi di ansia, irritabilità, insonnia la spingano a desiderare che tutto finisca presto, ma in questo modo l’unica parte di lei che continuerà a prevalere e a fare la voce grossa sarà la paura. Credo che in questo momento si trovi di fronte ad un bivio: da un lato c’è la vecchia strada quella che ha percorso finora e di cui conosce sia i vantaggi (non legarsi mai, difendersi dalla paura di soffrire..), sia gli svantaggi (accontentarsi di uomini impegnati e rinunciare ad avere una famiglia tutta sua). Dall’altra c’è una strada nuova, che fa paura proprio per questo, e che potrebbe, forse, consentirle di affrontare quei fantasmi che condizionano ancora così tanto la sua vita, dandole finalmente il controllo su di sé più che sugli uomini. A lei la scelta. Spero che sia coraggiosa!