Dubbi demenza senile
Frustrazione bisogno di chiarezza. Mio padre è ricoverato in RSA, non per mia volontà, mai avrei voluto. Ero il suo caregiver, per problemi importanti mi sono dovuta forzatamente allontanare. Non ho potuto vederlo/sentirlo... è stato devastante. Vivo malissimo il tempo lì dentro... niente è più familiare e l'unico effetto che sortisce è come dell'olio sullo scivolo. Non è curata la parte della stimolazione cognitiva, insomma grossi buchi, carenze di personale, cose che non avrei mai voluto vedere, o meglio che esistessero. Superficialità di ogni cura igienica, emotiva, umana.
Veniano al dunque: studio ogni genere di attività che possa incuriosire, riportare papà nel nostro mondo, con la musica, marionette, parlandogli, facendomi aiutare, giocando quando si sente... M'inquieta molto quando non parla... a cos'è dovuto? In realtà dentro pensa e saprebbe cosa dire o cosa accade? Con le marionette spesso riesco a scuoterlo... partecipa! Ogni tanto mi soffia sulla bocca, con dolcezza... io faccio lo stesso, cosa vuol dire? Li cerco le pupille e con la musica o altro lo riporto a me... Li dico sempre quanto lo amo, e li spiego cos'è accaduto. Alle volte mi sembra molto triste... Ho dubbi anche sui farmaci, non sono a conoscenza di cosa gli venga dato. Quando un paziente dorme per tante ore, come si fa a capire se è abuso di medicinali o... Quando me ne vado mi guarda come dire "perché vai via? Vengo con te o resta con me". Quante volte me l'ha detto anche a voce "però poi rimango solo, cos'ho fatto di male per..." Lo curo al meglio che posso, igiene/stimoli e tanto amore. Non cammina più, con la scusa che era violento è stato tenuto con il cinturone per mesi e mesi (non serviva). Cuore spezzato. Poi pallina da ping pong tra ospedale e RSA. Come posso capire meglio papà, il suo linguaggio e quello che vuole comunicare. Grazie mille per il supporto.
Gentile Isabella,
il suo dolore è quasi tangibile. E' sempre più comune tra le persone che hanno genitori anziani e non più totalmente presenti a se stessi. Questa fase intermedia è particolarmente difficile perché la capacità di comunicare residua e l'impossibilità di esprimersi come prima lasciano ai parenti tutti quegli interrogativi che giustamente una figlia sensibile si pone. Posto che dovrebbe esserci in RSA personale di formazione psicologica, in grado di aiutare proprio in questo difficile compito di rendere possibile e migliorare la relazione e la comunicazione, forse in questo momento avrebbe proprio bisogno di un supporto per sé, perché anche se suo padre c'é ancora, lei sta comunque vivendo il lutto della relazione, che non può essere più come prima. Ma è possibile partire dall'ascolto di questo dispiacere per prendersi cura innanzi tutto di lei e poi trovare nuovi modi per stare in contatto con il suo caro papà. Non esiti a scrivermi con il modulo dei contatti, se ne sentisse necessità. Molti auguri per il suo percorso